di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Porte chiuse, luci accese all’interno dei locali e un cartello attaccato alle vetrine con scritto: «Non “Serviamo” per decreto».
Anche a Lamezia Terme, così come in tutto il territorio nazionale, è scattato dalle 18 di oggi il “mini-lockdown” che obbliga locali, bar e ristoranti a sospendere le attività e il servizio ai tavoli, ad esclusione per quelli di asporto.
«NON SERVIAMO PER DECRETO» Un centro cittadino, cuore pulsante della “movida” lametina, insolito e popolato solo da qualche decina di persone, qualcuno che porta a spasso il proprio cane e la consueta coda di auto di chi rientra a casa dopo una giornata di lavoro. È in questo scenario, e sulla scia delle proteste scattate in altre città italiane, che gli operatori del settore hanno deciso di far sentire la propria voce con una manifestazione di tutt’altro tenore ma comunque significativa.
LA PROTESTA Il nuovo Dpcm impone, evidentemente, delle restrizioni sostanziali che non possono non avere delle ripercussioni significative sulle attività commerciali, già duramente colpite in larga parta dal primo lockdown e dai numeri estivi tutt’altro che esaltanti. E allora agli imprenditori, ristoratori e baristi lametini hanno pensato bene di dar vita ad una “opposizione” pacifica e silenziosa, nel tentativo di far arrivare alle istituzioni il loro dissenso.
«L’impatto che alcune scelte hanno su queste categorie e le loro filiere – avevano scritto in una nota – è devastante per l’intero paese con conseguenze inevitabili. Consapevoli di questo, nasce a Lamezia Terme il Movimento spontaneo dei ristoratori e baristi del territorio lametino. Invitiamo la stampa nazionale e locale, a dare il proprio contributo affinché venga dato un sostegno concreto, a tante famiglie, e attività che non vedono ad oggi una via d’uscita».Contestualmente sono già stati avviati dal pomeriggio i controlli da parte delle forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza) per constare l’effettivo rispetto da parte degli esercenti del nuovo Dcpm. (redazione@corrierecal.it)
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