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I clan nella grande distribuzione a Reggio, confiscato il tesoro di un «imprenditore mafioso»

Nel mirino beni per oltre 26 milioni di euro. I legami di Giuseppe Chirico con le cosche Tegano e Condello per “entrare” nel centro commerciale “Perla dello Stretto” di Villa San Giovanni. Tornano …

Pubblicato il: 27/10/2020 – 8:12
I clan nella grande distribuzione a Reggio, confiscato il tesoro di un «imprenditore mafioso»

REGGIO CALABRIA I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo, Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione alla confisca di un ingente patrimonio, per un valore complessivo di oltre 26 milioni di euro, nonché la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di polizia nei confronti di Giuseppe Chirico, imprenditore affermatosi nel settore della grande distribuzione alimentare con pratiche illecite e operante in stretti rapporti con le cosche di ’ndrangheta “Tegano” e “Condello”, influenti nel mandamento “Reggio Calabria città”.
Il provvedimento conferma quanto precedentemente disposto dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino – presieduta da Ornella Pastore – su richiesta del procuratore aggiunto Gaetano Paci e del sostituto procuratore della Repubblica – Dda, Stefano Musolino, con cui erano state applicate la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni, nonché quella personale nei confronti di Chirico.
Più in particolare, Chirico era emerso nel corso delle indagini condotte nell’ambito dell’operazione “Fata Morgana” (i cui sviluppi sono poi confluiti nel più vasto processo “Gotha”), in quanto, con l’appoggio assicuratogli dalle potenti cosche del quartiere “Gallico” di Reggio Calabria, secondo l’accusa, l’imprenditore aveva posto in essere tutta una serie di reati che gli avevano consentito di imporre e interporre illecitamente le proprie attività commerciali (in particolare quelle della società “So.R.Al. – Società Reggina Alimentari di Chirico Giuseppe & C. S.a.s.”) nel settore della grande distribuzione alimentare, anche all’interno del centro commerciale “Perla dello Stretto” di Villa San Giovanni.
Il Gico e la Compagnia Reggio Calabria erano stati delegati dalla Dda all’effettuazione di indagini patrimoniali e di contesto finalizzate a individuare l’intero patrimonio del proposto e del suo nucleo familiare, i cui esiti avevano consentito all’autorità giudiziaria di avanzare alla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino una proposta di applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti dello stesso.
In tal modo, le investigazioni economico-patrimoniali avevano consentito di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e il profilo patrimoniale del nucleo familiare del soggetto d’interesse anche a cagione della derivazione illecita dei redditi accumulati in qualità di «imprenditore mafioso» ricoperto da quest’ultimo, motivo per cui si era potuto sostenere come l’intero patrimonio accumulato dal Chirico derivasse dalle attività illecite dallo stesso perpetrate sotto il manto di due delle più potenti cosche reggine.
Alla luce di tali risultanze, in aderenza alle ipotesi investigative delle Fiamme Gialle e della locale Dda, nel corso del 2017, erano state applicate nei confronti del proposto la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di polizia e la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di un terreno, di un veicolo, di 17 rapporti finanziari e della società “So.R.Al. – Società Reggina Alimentari di Chirico Giuseppe & C. S.a.s.”, incluse la totalità delle partecipazioni sociali e la totalità del complesso aziendale di quest’ultima, comprendente 28 tra terreni e fabbricati, 2 veicoli e 5 rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 26 milioni di euro.
Oggi sono intervenute la conferma dell’applicazione del provvedimento personale in questione, nonché la confisca dei beni precedentemente sequestrati, i quali sono stati così acquisiti al patrimonio dello Stato in via definitiva, con conseguente sottrazione degli stessi alla disponibilità di ambienti della criminalità organizzata reggina.

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