REGGIO CALABRIA Con sei condanne e tre assoluzioni, è stata emessa nel pomeriggio la sentenza del processo “Galassia”, nata da un’inchiesta della Guardia di finanza che nel novembre 2018 aveva stroncato le nuove leve della cosca Tegano che si erano infiltrate nel settore delle scommesse online, avvalendosi anche del peso criminale dei loro genitori. La sentenza è stata emessa, a conclusione del processo con rito abbreviato, dal Gup distrettuale, Arianna Raffa. La pubblica accusa è stata rappresentata dal pm della Dda reggina Stefano Musolino.
GLI IMPUTATI Tra gli imputati Domenico Tegano, di 27 anni, considerato il rampollo della cosca di Archi e figlio del boss ergastolano Pasquale, condannato ad 11 anni e 9 mesi di reclusione. Condannati anche Bruno Danilo Natale Iannì (12 anni), Francesco Franco (9 anni e 4 mesi), Giuseppe Pensabene (8 anni e 10 mesi) ed Antonio Zungrì e Giuseppe Abbadessa (2 anni). Sono stati assolti, invece, Antonino Augusto Polimeni e Domenico Aricò. Il gup, inoltre, ha accolto la tesi degli avvocati Francesco Calabrese e Mirna Raschi e ha assolto il presunt boss Carmelo Murina, detenuto per altra causa. Al centro dell’inchiesta “Galassia”, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dai sostituti della Dda Stefano Musolino e Sara Amerio, ci sono le società di scommesse online con i marchi “Planetwin365”, “Betland” e “Enjoibet”. Alcune società di scommesse, inoltre, avevano sede a Malta o in altri paesi europei e, secondo gli inquirenti, avevano un rapporto “sinallagmatico con la ‘ndrangheta”.
Nel 2018 la Dda di Reggio Calabria aveva sequestrato beni per oltre 723 milioni di euro tra cui 24 immobili, 15 imprese operanti nel territorio nazionale, 23 imprese estere, 33 siti di scommesse e numerosi conti correnti.
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