di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha nominato vicesindaco il 73enne prof. Tonino Perna. Economista e sociologo, ex presidente dell’Ente Parco nazionale d’Aspromonte, già assessore di Messina, dal 2005 fa parte del Comitato scientifico internazionale sul Fair Trade coordinato dal Dipartimento di scienze sociali dell’Università di Montreal. Con la nomina di Perna si completa la giunta del secondo mandato di Falcomatà, che ha assegnato al vicesindaco le deleghe alla Città metropolitana, Area dello Stretto, Innovazione sociale, Smart city, Parchi urbani, Partecipazione e cittadinanza attiva, Identità territoriale. Questa mattina alle 10 nel salone dei lampadari di Palazzo San Giorgio la presentazione alla stampa.
La scelta è ricaduta su Perna dopo un periodo di avvicinamento iniziato fin dal mese di luglio: «Non è facile per ragioni oggettive – ha spiegato così la lunga attesa – poi ho anche dei familiari i quali sono molto preoccupati perché quando ho preso l’infarto a Messina facevo l’assessore, speriamo che questa volta non succeda». Immediatamente ha assicurato di essersi sottoposto a una serie di analisi tutte superate. «L’età insegna che bisogna non buttarsi anima e corpo subito ma fare le cose con un po’ più di calma, poi Messina era molto più stancante, una volta un consiglio comunale è finito alle 4 del mattino. Per mia abitudine non ho mai avuto la casa a Messina anche se ho insegnato per 37 anni. Sono tornato a casa alle 5:30. Era molto faticoso perché proprio l’attraversamento dello Stretto è molto problematico». E si entra subito nel vivo della delega all’Area dello Stretto: «Vediamo come rispondono dall’altra parte, se condividono questo percorso. Sicuramente è una cosa che si fa in due. Sono sicuro che sul trasporto lo capiscono. Chi ha buona memoria ricorda che attraversavamo lo Stretto con lo sconto del 50%, è gravissimo che ci abbiano tolto questo diritto». Perna è un “no ponte”, e anche oggi ha espresso la sua convinzione: «Ho fatto 2 anni di ingegneria al Politecnico di Torino perché mia madre voleva che costruissi il Ponte sullo Stretto, era il sogno della sua vita. Ho studiato le carte, tecnicamente è una cosa irrealizzabile».
Le priorità immediate sono due: «Siamo di fronte ad una doppia pandemia – ha spiegato il neo vicesindaco – una sanitaria, l’altra economica. Il Comune può fare fino a un certo punto se non ci sono il governo e la Regione che intervengono. La cooperazione fra il Comune e la cittadinanza, la cooperazione fra maggioranza e opposizione, è una azione necessaria, da attuare non retoricamente, ma perché altrimenti non ci saranno possibilità di uscire da questa situazione. Solidarietà con i commercianti di questa città, perché su di loro, in un possibile nuovo lockdown, ricadrà il peso di questa situazione, come anche sui lavoratori precari e le fasce più deboli di questa città. Siamo in una situazione eccezionale; la pandemia non può essere sottovalutata».
Ma, assicura Perna, c’è anche un programma di più lungo respiro: «Se non ci fosse un progetto di lungo termine non mi sarei neanche posto la domanda».
Dal canto suo Falcomatà ritiene di aver dato alla giunta quel tocco che mancava e si dice convinto della scelta: «Perché credo che Perna interpreti al meglio quella domanda di cambiamento, di discontinuità nella continuità, che la città ci ha chiesto in questa campagna elettorale ma soprattutto della quale ci siamo resi conto in questa campagna elettorale. L’idea è di guardare all’esterno alle migliori energie, le migliori eccellenze della nostra città e quindi dare alla giunta ancora di più un respiro di autorevolezza e soprattutto infondere ai cittadini la fiducia rispetto a quello che da qui ai prossimi anni dobbiamo continuare a fare al servizio della città». Alla domanda dei cronisti, se nella scelta del vicesindaco influisca anche in qualche modo la vicenda del caso Miramare, con una eventuale condanna in primo grado che farebbe ricadere sul vice la reggenza dell’amministrazione per i 18 mesi di sospensione stabiliti dalla Legge Severino, Falcomatà ha risposto con un secco «no, sono scelte politiche». Subito dopo la presentazione la prima riunione di giunta, oggi pomeriggio l’udienza del processo Miramare. (redazione@corrierecal.it)
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