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Incendio Comunia, l’assemblea dei Cittadini chiede i risultati del monitoraggio ambientale

«Il silenzio e la poca informazione che pervade questa annosa vicenda, evidenziano alcuni legittimi e seri dubbi»

Pubblicato il: 30/10/2020 – 14:43
Incendio Comunia, l’assemblea dei Cittadini chiede i risultati del monitoraggio ambientale

Non cessa la preoccupazione dei cittadini di Lazzaro che, dopo 90 giorni, non solo continuano a sopportare i cattivi odori che provengono dai cumuli di materiale combusto presenti nella zona dell’impianto di compostaggio, non più funzionante, ubicato nell’area di Comunia (dove accanto è sita l’ex discarica di Comunia, interessata dal medesimo incendio, con focolai attivi almeno fino alla fine di settembre) ma, ad oggi, non si conoscono ancora i dati analitici della campagna ambientale affidata, dall’amministrazione comunale , dopo quasi 2 mesi dall’ incendio, ad una società privata.
«Si ritiene impossibile – scrive l’assemblea di Cittadini – che, dopo tanto tempo, l’impresa incaricata non abbia ancora fornito all’Ente le risultanze delle indagini ambientali eseguite, il silenzio e la poca informazione che pervade questa annosa vicenda, evidenziano alcuni legittimi e seri dubbi: i risultati delle analisi sono state consegnate? Se così non fosse la società incaricata è stata sollecitata? È in programma, nei limiti delle norme anti covid, di rappresentare pubblicamente tali dati, ai cittadini seriamente preoccupati per la loro salute, con un vero e proprio “rapporto ambientale alla città”? Sono stati valutati i costi per il conferimento del materiale combusto? Si ha contezza se ancora in questi giorni nell’area siano ancora presenti focolai diffusi? È stata valutata la possibilità di inertizzare il materiale ancora presente e di trattarlo con apposite schiume per raffreddarlo e consentire così il successivo conferimento a discarica?». «Fiduciosi – concludono – ma ormai stanchi di attendere, auspichiamo in una rapida risposta agli interrogativi posti, in caso contario saremo costretti ad azioni più eclatanti a nostra tutela, per far si che il nostro diritto alla salute non venga ulteriormente calpestato e mortificato dalla poca trasparenza e superficialità con cui è stata gestita una simile situazione che di certo non ha le caratteristiche dell’ordinarietà».

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