MONTEBELLO JONICO Ha ucciso la moglie con un’ascia e poi ha chiamato i carabinieri che lo hanno arrestato, Carmelo Minniti, l’uomo di 69 anni che, in serata, ha ucciso la moglie, di circa 60 anni, nella frazione Zuccarà di Montebello Ionico, nel Reggino. Alla base del delitto ci sarebbe la gelosia. Sul luogo dell’omicidio sono intervenuti immediatamente i carabinieri che hanno avvertito il magistrato di turno della Procura di Reggio Calabria Nunzio De Caria. L’omicida è stato arrestato e in questo momento è sottoposto a interrogatorio mentre i carabinieri stanno eseguendo gli accertamenti sulla
scena del crimine. Al momento c’è comunque il massimo riserbo sulle cause e la dinamica dell’omicidio. Si sa solo che tra il marito e la moglie in passato ci sono stati dei litigi che poi erano stati risolti. Durante l’interrogatorio di Minniti si sta cercando di capire cosa sia successo alla coppia nelle ore che hanno preceduto l’omicidio.
«OCCORRE UNA SVOLTA CULTURALE» «L’uccisione, ieri, a Montebello Jonico di una donna per mano del marito conferma ancora una volta come la violenza sulle donne resti una delle grandi emergenze sociali da fronteggiare e combattere sul fronte della repressione, e prima e soprattutto, sul versante culturale e dell’educazione all’affettività».
È quanto afferma la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Cinzia Nava che aggiunge: «I problemi depressivi, di cui pare il marito soffrisse da tempo, non possono costituire motivo di giustificazione di un gesto spregevole, aggravato dall’efferatezza delle modalità con cui è stato consumato».
«Dai più recenti dati, nella gran parte dei casi, chi fa violenza sulle donne ha le chiavi di casa. Un fenomeno rispetto al quale non esiste distinzione di latitudine. In 6 casi su 10 è stato il partner, questi i numeri dei femminicidi nel 2019» – commenta Nava. «L’odio prende il posto dell’amore. L’idea malata del possesso della persona si sostituisce ad un’affettività basata su rispetto e comprensione. Anche la mancata accettazione di una separazione e la gelosia incontrollabile rispetto ad una scelta di allontanamento ed autonomia del partner sono, spesse volte, elementi scatenanti la violenza e il desiderio di distruzione» – sottolinea la Presidente della CRPO.
«La vicenda di ieri suscita tanta tristezza e la ferma volontà di intervenire per mettere fine a questo dramma. Serve un impegno collettivo per la promozione di una nuova e diversa cultura nelle relazioni affettive. Le donne devono essere sostenute ancor di più nei percorsi di allontanamento dalle situazioni di violenza affinché – conclude Cinzia Nava – non abbiano paura di denunciare».
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