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Processo Miramare, Falcomatà contestato all’ingresso e "salvo" fino al primo luglio

La prossima udienza si terrà il 14 gennaio 2021 ma in calendario ci sono già altre 3 udienze fino al primo luglio. Le difese producono i post social di Angela Marcianò per valutare la credibilità d…

Pubblicato il: 30/10/2020 – 7:59
Processo Miramare, Falcomatà contestato all’ingresso e "salvo" fino al primo luglio

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Almeno fino al primo luglio 2021 il sindaco Giuseppe Falcomatà può continuare ad amministrare la città senza temere la spada di Damocle della Legge Severino. Ieri pomeriggio infatti si è tenuta l’udienza del processo Miramare al termine della quale il presidente del collegio del Tribunale, Fabio Lauria, ha rinviato l’udienza al 14 gennaio 2021 stabilendo già le udienze successive per il 18 marzo, 20 maggio e 1 luglio.
Il lungo pomeriggio per Falcomatà, che proprio ieri mattina ha presentato il vicesindaco Tonino Perna (che diverrebbe facente funzioni per i 18 mesi di eventuale sospensione in caso di condanna) è iniziato fuori dall’aula bunker dove un gruppo di manifestanti del “Comitato città metropolitana” hanno inscenato un sit-in esponendo cartelloni con scritto “La legge è uguale per tutti” e “No Prescrizione – Giustizia”. Tra loro anche qualcuno che è stato candidato consigliere comunale nelle liste che appoggiavano la candidatura a sindaco dell’ex assessore alla Legalità della prima giunta Falcomatà, Angela Marcianò.
Proprio la protesta, insieme a recenti post pubblicati sul profilo facebook della giuslavorista condannata nel troncone abbreviato dello stesso processo Miramare, ha suscitato la reazione delle difese.

Processo Miramare contestazione

Il processo ordinario vede imputati il sindaco Giuseppe Falcomatà, il segretario generale Giovanna Acquaviva e l’allora dirigente Maria Luisa Ada Spanò, ed ex assessori comunali (Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti), nonché il presidente dell’associazione onlus “Il Sottoscala”, Paolo Zagarella.
Per tutti l’ipotesi accusatoria sostenuta dalla Procura è di abuso d’ufficio e falsità materiale e ideologica commesse da pubblico ufficiale in atti pubblici, relativamente alla delibera con cui nel 2015 fu ammessa la proposta della onlus per l’utilizzo del piano terra del palazzo “Miramare”, albergo di proprietà del Comune, immobile che, sempre secondo l’accusa, era già stato di fatto affidato a Zagarella con la consegna delle chiavi. In particolare secondo l’accusa il sindaco Falcomatà avrebbe omesso di astenersi in presenza di un interesse proprio, ed anzi attraverso la delibera avrebbe agevolato un soggetto a lui legato da un rapporto di pluriennale amicizia e avrebbe ricambiato l’analogo favore ricevuto dallo stesso Zagarella che in occasione delle precedenti elezioni amministrative gli aveva concesso in uso gratuito un proprio immobile da destinare a sede della segreteria politica.
L’ex assessore Marcianò, anche lei coinvolta nell’indagine della Procura, ha già scelto di essere giudicata col rito abbreviato ed è stata condannata in primo grado dal gup a un anno di reclusione, pena sospesa. Marcianò, alla quale il sindaco ritirò la delega nell’estate 2017, ha sempre sostenuto di non avere mai votato quella delibera. La tesi della difesa del primo cittadino invece è che la delibera fosse stata approvata alla riunione di giunta del 16 luglio.
L’udienza è iniziata con la testimonianza dell’architetto Giuseppina Vitetta, dipendente della soprintendenza, che in tre ore ha ripercorso, rispondendo alle domande dei pm Walter Ignazitto e Nicola De Caria e a quelle dei difensori, il sopralluogo effettuato presso l’albergo Miramare e le successive conversazioni con Angela Marcianò. La teste non è riuscita a ricordare la data esatta del sopralluogo. Quindi è stato chiamato a testimoniare l’ex consigliere comunale Antonio Pizzimenti, che ha raccontato come Marcianò gli avesse rivelato di essersi opposta in giunta all’approvazione della delibera per la concessione del Miramare. Pizzimenti ha riferito anche della difficoltà, perfino per un consigliere comunale, di reperire quella particolare delibera, e che in una terza conversazione con la Marcianò «le dissi che risulta che hai votato. Lei disse “allora hanno commesso un illecito”».
In chiusura di udienza l’avvocato Marco Panella ha prodotto i post tratti dal noto social network, mentre l’avvocato Sergio Laganà ha stigmatizzato il sit-in tenuto all’esterno dell’aula bunker. Entrambi hanno chiesto ai giudici di valutare alla luce del materiale prodotto e della manifestazione odierna, la credibilità della teste Marcianò, che è stata già sentita in dibattimento quale persona imputata in procedimento connesso. (redazione@corrierecal.it)

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