'Ndrangheta a Brescia, colpo ai "boss del Lotto": 14 arresti – VIDEO

BRESCIA Interessa le province di Brescia, Bergamo, Cremona, Asti, Imperia, Savona, Sassari e Torino l’inchiesta “Scarface” eseguita questa mattina da circa 150 carabinieri di Brescia, coordinata dalla locale Procura e che ha coinvolto una ventina di persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, con l’aggravante – per alcuni – di aver tenuto la condotta al fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose.
In tutto sono otto le persone arrestate e finite in carcere, sei poste ai domiciliari mentre per cinque di loro è scattato l’obbligo di dimora oltre a due che sono state sottoposte a misure interdittive. Contestualmente i militari hanno anche sequestrato beni per valore complessivo di 25 milioni di euro.
L’INCHIESTA L’articolata indagine, avviata nell’agosto del 2017 e consistita in attività d’intercettazione e analisi tabulati telefonici, oltre a perquisizioni e pedinamenti, ha accertato che il riferimento al vertice dell’organizzazione è Francesco Mura, un imprenditore italiano, pregiudicato, residente nel bresciano, che utilizzava le proprie imprese televisive operanti in ambito locale e nazionale attraverso trasmissioni per le previsioni delle estrazioni del lotto. L’uomo, secondo gli inquirenti, era il collettore di ingenti risorse economiche, frutto anche di attività illecite, che provvedeva a riciclare attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, reimmettendole nel tessuto economico legale. Tale sistema, garantendo l’evasione fiscale e la disponibilità di somme contanti sottratte al fisco, favoriva oltre che lo stesso soggetto anche esponenti di spicco della ‘ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco, rispetto alla quale, pur non risultando affiliato, può considerarsi contiguo. Da qui la contestazione dell’aggravante di agevolare l’attività delle associazioni mafiose.
«PAGAVANO VINCITE DEL LOTTO PER PULIRE DENARO» «Il sistema è semplice. Segnalata la vincita, il soggetto che deve riciclare paga in contanti il vincitore, si fa registrare la vincita e pulisce il denaro». Questo quanto ha dichiarato il pm, Ambrogio Cassiani, titolare dell’indagine Scarface condotta dalla Procura di Brescia. «Il gruppo arrestato sfruttava le vincite al Lotto per riciclare il denaro. I nostri principali indagati avevano costruito una rete di soggetti che si erano prestati a segnalare le vincite – ha aggiunto il magistrato – e le persone coinvolte pulivano il denaro anche attraverso le vincite alle slot machine e poi attraverso le ristrutturazioni immobiliari». «Siamo davanti – spiega – ad un fenomeno socio criminale che interessa fortemente il nostro territorio sul quale operano organizzazioni criminali strutturate a volte in cooperazione con parte dell’imprenditoria locale che collaborando con esponenti della criminalità organizzata ottenevano dei servizi mirati al riciclaggio del denaro prudenti di illecite attività».