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Processo ai "Prendocasa", in 16 a giudizio: «Azione giudiziaria non ci intimorisce»

Il gup del tribunale di Cosenza ha accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero. Il processo inizierà il prossimo 16 febbraio. Gli attivisti: «Ci vengono mosse accuse ridicole e infamanti»

Pubblicato il: 03/11/2020 – 13:50
Processo ai "Prendocasa", in 16 a giudizio: «Azione giudiziaria non ci intimorisce»

COSENZA Dovranno presentarsi dinnanzi al giudice del tribunale di Cosenza, il prossimo 16 febbraio, le 16 persone del comitato “Prendocasa”  che sono state rinviate a giudizio, come richiesto dalla procura della Repubblica di Cosenza, dal gup Letizia Benigno. Gli imputati dovranno rispondere a vario titolo di occupazione abusiva di appartamenti e di interi stabili di proprietà pubblica, furto di risorse energetiche e violenza privata. Nello specifico dell’inchiesta condotta dalla Digos della Questura di Cosenza ci sarebbe anche un organizzazione a delinquere composta da cinque persone dedita ad organizzare e ordire la commissione di questo tipo di reati. “Prendocasa” è un comitato tra i più attivi nella città di Cosenza e da diversi anni si occupa di fornire una dimora dignitosa alle persone indigenti della città. «Nessuna sorpresa – scrivono in una nota – sapevamo bene che, a fronte delle accuse che ci vengono mosse dal pm Pasquale Tridico, nessun giudice del porto delle nebbie si sarebbe preso la responsabilità di non dar vita al processo, abbattendo il castello di sabbia ordito dalla Procura della Repubblica di Cosenza. In questa fase di profonda crisi sanitaria, economica e sociale stanno emergendo in tutta la loro drammaticità i problemi che attanagliano la nostra terra, frutto di anni di cattiva gestione della politica calabrese, la vera associazione a delinquere che i tribunali dovrebbero perseguire. Come abbiamo sempre ribadito, non sarà l’azione giudiziaria ad intimorirci, fermarci o isolarci. Continueremo, sempre con maggiore determinazione, a portare avanti in questa città le istanze degli ultimi e a lottare per il riconoscimento dei diritti di tutti e tutte. Dal prossimo 16 febbraio, data della prima udienza, ci difenderemo in Tribunale dalle assurde, ridicole e infamanti accuse che ci vengono mosse».

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