CATANZARO Aumentano le terapie intensive ed è di ieri la notizia dell’esaurimento dei posti al policlinico universitario “Mater Domini”. Questo mentre non sono ancora stati attivati i posti letto al “Pugliese Ciaccio” ed anche il resto della sanità regionale annaspa sotto l’ombra sempre più minacciosa di un lockdown. Ha cercato di fare chiarezza su questi punti il segretario di Anaao Assomed Calabria, Filippo Maria Larussa, che ai microfoni Rai ha spiegato: «Occorre fare chiarezza sui numeri perché è stato dichiarato a più riprese che i posti regionali in terapia intensiva sono 152. In realtà in epoca pre-Covid ne erano stati allestiti 106, mentre ulteriori 40 sono stati ricavati durante la prima fase della pandemia». Il problema è più che altro di condizioni, ambientali e di personale: «Proprio ieri è stato specificato che non basta un ventilatore polmonare per fare il posto letto, ma devono esserci adeguate condizioni di personale e strutture. Pensare di fare un posto di terapia intensiva in una palestra o in una tenda – come invece può essere per la normale degenza – è impossibile».
Sottolinea Larussa che la percezione dei numeri è “falsata” perché è chiaro che non tutti i posti in terapia intensiva della regione possono essere adibiti a pazienti Covid: «Ci sono pazienti con altre patologie gravi che di solito occupano la quasi totalità dei posti. Per questo siamo in affanno pur non essendo nel gruppone delle otto regioni che hanno superato la soglia» che le proietta verso al “fase 4” «nonostante i nostri numeri siano inferitori rispetto ai loro».
RISCHIO LOCKDOWN Se questa è la situazione, appare possibile come soluzione un eventuale lockdown. «Se gli indici sono particolarmente severi – dice Larussa – bisogna limitare la circolazione. Ma bisogna – aggiunge – soprattutto incrementare il tracciamento. Dobbiamo potenziare le unità di microbiologia e virologia negli Spoke per favorire la prevenzione». Ultima battuta dedicata al “Decreto Calabria”, che pare prossimo ad essere prorogato insieme al commissariamento della sanità calabrese: «Io posso dare un indirizzo tecnico e politico sul tema. Esistevano delle criticità quando è stata emanata la misura e le stesse non sono state superate».
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