di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Cresce il numero dei positivi e anche il rischio di un nuovo e temibile “focolaio” per coronavirus nel campo rom di Scordovillo, a Lamezia Terme. Dopo il caso positivo registrato ieri, infatti, il totale delle persone contagiate è già salito a 8 nel giro di poche ore. Dati tuttavia parziali e che potrebbero variare nel momento in cui saranno processati tutti i tamponi effettuati nel campo in queste ore. A preoccupare sono le condizioni di criticità (drammatiche) in cui gli abitanti del rom vivono ormai da decenni e che potrebbero rappresentare un fattore determinante per la diffusione del contagio.
Sale, dunque, l’apprensione a Lamezia, a causa anche di una comunicazione ancora troppo discordanti tra Asp di Catanzaro e il Comune guidato dal sindaco, Paolo Mascaro. Attraverso il suo “bollettino” diffuso su Facebook, il primo cittadino parla di un totale di 129 casi di positività mentre quelli comunicati dall’Asp hanno già toccato quota 160.
LE SCUOLE CHIUSE E se fino a questo momento il primo cittadino lametino ha preferito mantenere una posizione di attesa rispetto all’evoluzione del contagio Covid a Lamezia, nelle ultime 24 ore sono state due le iniziative degne di nota. Ieri, con l’ordinanza n. 841, Mascaro ha disposto la «sospensione temporanea delle attività didattiche in presenza nell’Istituto Comprensivo Perri Pitagora, fino a nuova e diversa determinazione da assumere in base all’evolversi della situazione epidemiologica che sarà accertata dall’Autorità Sanitaria» con la conseguente attivazione della didattica a distanza (DAD). Stessa misura adottata oggi nei riguardi dell’Istituto comprensivo “Saverio Gatti”, «vista – si legge nell’ordinanza 851 – l’evoluzione della situazione epidemiologica relativa al SARS CoV-2 verificatasi negli ultimi tempi nell’ I.C Gatti con un aumento dell’incidenza di positivi e contatti stretti di positivi al Covid-19 è auspicabile valutare l’opportunità di adottare provvedimenti di competenza al fine di evitare un ulteriore diffusione del contagio».
Fra le scuole lametine però il rischio contagio da Covid-19 è cresciuto esponenzialmente nel corso delle ultime settimane. Quattro genitori positivi e un alunno hanno spinto il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Ardito Don Bosco” a «sospendere le attività didattiche in presenza nel plesso Secondaria 1° grado “P.Ardito” sino a successiva comunicazione».
CAOS IN COMUNE Il caos contagi a Lamezia Terme ha scatenato sul primo cittadino, Paolo Mascaro, una serie di critiche e perplessità non solo da parte dei cittadini ma anche dai sindacati del Comune lametino: «In questi giorni – scrivono Giuseppe Chirumbolo (Cisl Fp), Bruno Ruberto (Uil Fp), Ugo Michele Caruso (Diccap) e Mario Mazzei (Rsu) – sale la preoccupazione per la situazione pandemica che sta peggiorando a livello nazionale e in particolare su determinati territori. Nell’ambito del Comune di Lamezia Terme, le scriventi OO.SS. e la RSU registrano quotidiane sollecitazioni dei dipendenti dell’Ente a seguito dei casi di positività al Covid-19 registrati tra dei lavoratori esterni che operano quotidianamente all’interno della struttura organizzativa, oltre ad altri assidui frequentatori dell’Ente. Più volte le OO.SS. Territoriali e la RSU Aziendale hanno sollecitato e denunciato i ritardi nelle procedure, essendo disponibili ad attivare il protocollo specifico (COVID) al fine di integrare e/o modificare il Documento Valutazione Rischi per come, tra l’altro, obbligatorio per legge e per come attuato nella stragrande maggioranza degli Enti Calabresi. (…) Il Sindaco del Comune di Lamezia Terme, certamente è venuto a conoscenza dello stato di positività al Covid-19 accertato dalle autorità sanitarie a seguito dell’effettuazione di un tampone oro/nasofaringeo dei lavoratori esterni che operano all’interno della struttura organizzativa dell’Ente, e pertanto chiediamo: è stato coinvolto il medico competente per la ricostruzione degli eventuali contatti stretti con altre persone nel contesto lavorativo (cfr. par. 11 del Protocollo del 24 aprile 2020)? Sono stati effettuati i tampone oro/nasofaringeo per tutti i dipendenti a contatto con i predetti contagiati? A seguito del primo caso di positività al Covid-19 del lavoratore esterno che ha operato all’interno della struttura organizzativa, risulta che determinati dipendenti sono stati sottoposti al tampone oro/nasofaringeo, nonostante il lavoratore sia stato a contatto in più strutture dell’Ente. Sulla scorta di quale valutazione e ricostruzione dei contatti sono stati prescritti i tamponi oro/nasofaringeo? Quali sono le tempestive attivazioni delle misure di profilassi a seguito dei contagi da Covid-19 dei lavoratori esterni operanti all’interno delle strutture organizzative dell’Ente? Le predette circostanze, se confermate, alimentano la già precaria situazione organizzativa e soprattutto espongono gravemente a rischio la salute dei dipendenti e dei propri familiari, essendo alto il pericolo di contagio dei positivi al Covid-19 asintomatici, in considerazione che a tutt’oggi non risultano provvedimenti che disciplinano la tutela dei c.d. dipendenti fragili. Crediamo che non basta il cinico calcolo algoritmico o il modello matematico per arginare la diffusione del virus, ma un datore di lavoro che tuteli la salute dei propri dipendenti e garantisca capillarmente la sorveglianza sanitaria». (redazione@corrierecal.it)
x
x