CATANZARO Si è tenuta oggi davanti al gup del Tribunale di Catanzaro, Francesco Aragona, l’udienza preliminare nel processo che vede imputati per bancarotta aggravata gli amministratori della società “Ambiente e Servizi”, accusati a vario titolo di aver cagionato un danno di oltre 5 milioni di euro. Imputati sono Valentino Bolic, in qualità di consigliere del consiglio di amministrazione dal 25 marzo 2002 al 18 febbraio 2010; Alessandro Brutto, quale vicepresidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato dal 9 agosto 2004 al 28 gennaio 2010; Francesco Laudadio quale presidente del consiglio di amministrazione dal 4 luglio 2008 al 15 novembre 2010; Antonio Riillo consigliere dal 22 dicembre 2008 al 15 novembre 2010; Santo Bubbo, Gregorio Tassoni e Vincenzo Todaro, rispettivamente, quali presidente, vicepresidente e consigliere dal 5 novembre 2010 al 5 agosto 2011; Pasquale Costantino quale amministratore unico dal 5 agosto 2011 al 4 gennaio 2012; Umberto Frangipane quale amministratore unico dal 4 gennaio 2012, successivamente nominato liquidatore di “Ambiente & Servizi” spa. in data 19 settembre 2012. Nel corso dell’udienza si è costituita parte civile la Curatela fallimentare, rappresentata dall’avvocato Francesco Iacopino. In apertura del lavori il pm Chiara Bonfadini e la difesa della parte civile hanno prodotto una corposa relazione del curatore, rispetto alla quale le difese degli imputati hanno chiesto al giudice un termine per esame. Il gup, in accoglimento delle richieste dei difensori, ha rinviato al 20 gennaio per la discussione dell’udienza preliminare.
Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Pantaleone Pallone, Vincenzo Iiritano, Maurizio Belmonte, Francesco Verri, Aldo Casalinuovo, Francesco Gambardella, Vittorio Raineiri, Vincenzo Marincola.
LE ACCUSE Tutti gli imputati sono accusati di avere proseguito l’attività della società, pur risultando sin dall’esercizio 2008 un grave peggioramento della situazione finanziaria, ulteriormente compromessa nel corso dell’anno 2009 e sfociata in una irreversibile dissesto come attestato nel bilancio del 2010 Secondo l’accusa gli imputati in concorso tra loro e con condotte tra loro indipendenti cagionavano il fallimento di “Ambiente & Servizi S.p.a.” per effetto di operazioni dolose. In particolare nonostante il grave dissesto, in presenza di un evidente conflitto di interessi, allo scopo di favorire i Comuni che rivestivano, al contempo, la posizione di soci e di debitori della società, si sarebbero astenuti dal pretendere il pagamento dei crediti vantati e non assumevano le dovute iniziative per il recupero coattivo dei predetti crediti, pari a complessivi 2.847.586,00 euro come risultanti dal bilancio del 30 giugno 2012. In particolare avrebbero omesso intenzionalmente e sistematicamente di indicare nei bilanci di esercizio il debito di “Ambiente & Servizi spa” nei confronti del Comune di Catanzaro pari a un milione di euro – per canoni di locazione di un’area a Catanzaro – concorrendo così a cagionare il dissesto della società. A Pasquale Costantino, in particolare, viene contestato il fatto di avere eseguito pagamenti con lo scopo di favorire solo alcuni dei creditori, a discapito di altri e nonostante lo stato di dissesto nel quale si trovasse ormai la società. In particolare sono stati favoriti i pagamenti di di fornitori e professionisti per 613.991,00 euro, e in favore di Bper Banca (Banca Popolare del Mezzogiorno) per il valore di 10.700,00 euro.
x
x