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Come nascono i “nuovi” dati sui ricoveri in Terapia intensiva: ecco le comunicazioni degli ospedali

La distinzione tra pazienti intubati e non intubati alla base dei dati diffusi nella serata di martedì. Alla vigilia del lockdown il calcolo dei posti letto di Rianimazione è stato aggiornato e com…

Pubblicato il: 04/11/2020 – 12:24
Come nascono i “nuovi” dati sui ricoveri in Terapia intensiva: ecco le comunicazioni degli ospedali

di Pablo Petrasso
CATANZARO
La diminuzione “improvvisa”, nel corso di un pomeriggio, del numero di pazienti ricoverati nelle terapie intensive calabresi alimenta dubbi e polemiche. Il nuovo dato – 10 ricoveri e non 26, come illustrato in un primo momento nel bollettino regionale diffuso nel pomeriggio di martedì – è dovuto a una distinzione, introdotta ieri, tra i pazienti intubati e i pazienti non intubati. Soltanto i primi saranno conteggiati come ricoveri nei reparti di Rianimazione. Fino a oggi, invece, come confermato dal soggetto attuatore dell’emergenza Covid, Antonio Belcastro, il numero comunicato nel bollettino era la somma dei due dati (e di conseguenza era più alto).
La distinzione è arrivata alla vigilia della firma, da parte del presidente del Consiglio dei ministri, del nuovo Dpcm che dovrebbe definire la Calabria “zona rossa” e portarla a un lockdown cosiddetto “light”. Il Corriere della Calabria può mostrare ai propri lettori la comunicazione arrivata ieri alla Protezione civile regionale dal Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, nello specifico dall’Unità operativa complessa di Anestesia e rianimazione: «Si comunica che in data odierna presso la Terapia intensiva Covid del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria risultano ricoverati 5 pazienti, dei quali 2 intubati e ventilati meccanicamente».

Comunicazione dello stesso tenore anche dall’Azienda ospedaliera di Cosenza, dalla quale la commissaria Panizzoli segnalava 2 pazienti intubati a fronte dei 14 evidenziati nel bollettino regionale (che, dunque, erano la somma delle intensive e delle semi-intensive). Sei i posti letto intubati occupati negli ospedali di Catanzaro, riguardo ai quali però il dato non è stato modificato. La “nuova” classificazione è stata comunicata al governo e al commissario nazionale per l’emergenza Covid in una riunione piuttosto agitata. Resta da verificare se i numeri aggiornati serviranno a scongiurare il lockdown soft annunciato per la Calabria. Di certo è la prova di un funzionamento quantomeno imperfetto nella catena di diffusione dei dati dagli ospedali di Cosenza e Reggio Calabria.
«TROPPA CONFUSIONE» Intanto, dal Partito democratico, arrivano i primi commenti sul balletto delle cifre.
Il consigliere regionale Carlo Guccione lo definisce «indecoroso. Se non fosse una cosa tremendamente seria – scrive –, sembrerebbe di essere su “Scherzi a parte”». «È grave che in meno di 12 ore, senza dare alcuna spiegazione – prosegue Guccione – possano cambiare dei dati ufficiali. Questo dimostra il pressappochismo che imperversa alla Cittadella. C’è bisogno di chiarezza e trasparenza ma ancora persiste una sorta di “mistero”. In questi mesi abbiamo più volte denunciato che nella catena di comando della sanità calabrese c’è una sorta di confusione e totale anarchia nel gestire l’emergenza Covid e nella realizzazione dei posti letto aggiuntivi di terapia intensiva, sub intensiva, pneumologia e malattie infettive. Ma oggi siamo arrivati all’assurdo. In questo momento così delicato per la nostra regione, non c’è certezza neanche nei dati sui ricoveri che dovrebbero essere certi e ufficiali. Non si può continuare così, sono evidenti i danni che si stanno producendo alla salute dei calabresi e sull’economia della nostra regione».
Anche il consigliere regionale Luigi Tassone (Pd) sottolinea la confusione: «Nemmeno la certezza sui dati dei ricoveri nei reparti e nelle terapie intensive. Già questo dà l’idea della confusione della gestione della Sanità in Calabria, dove anziché utilizzare questi mesi per prepararsi alla seconda ondata, si è continuati sulla strada delle parole e della propaganda. Si tratta di inequivocabili segnali di inadeguatezza della gestione dell’emergenza sanitaria. Il commissario alla Sanità ed il Dipartimento competente devono intervenire al più presto per rimettere la Calabria in carreggiata. A tutto questo va aggiunto il danno d’immagine subito dalla Calabria e dai calabresi per l’inefficienza di chi è deputato a gestire la crisi. La nostra comunità merita ben altro».

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