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Difficoltà nel tracciamento dei casi e posti letto al limite. Ecco perché la Calabria è in "zona rossa"

Conferenza stampa del direttore di Prevenzione del dicastero della Salute, Gianni Rezza: «Aumento preoccupante dell’infezione e non si riescono a ricostruire le catene di trasmissione. In Calabria …

Pubblicato il: 05/11/2020 – 17:27
Difficoltà nel tracciamento dei casi e posti letto al limite. Ecco perché la Calabria è in "zona rossa"

ROMA L’inserimento nella “zona rossa” della Calabria e il conseguente lockdown “soft” fino al prossimo 3 dicembre, ha fatto e continua a far discutere. Veementi le proteste, questa mattina, di circa 200 persone che hanno raggiunto la Cittadella regionale (QUI LA NOTIZIA) mentre sono stati numerosi gli interventi politici da tutti gli schieramenti. Intanto il Governo e il ministero della Salute tirano dritto, sulla base di dati concreti forniti dall’Iss e dal Cts che, oggi pomeriggio, il direttore di Prevenzione del dicastero della Salute, Gianni Rezza, nel corso di una conferenza stampa, ha provato ad illustrare.
LA CALABRIA Il numero dei casi positivi in Calabria, sebbene sia evidentemente inferiore rispetto ad altre regioni finite in “zona gialla” o “zona arancione”, ad essere decisivi sono stati invece l’incidenza del contagio, l’Rt, la resilienza e l’occupazione dei posti letto. Tutti elementi che, nel caso della nostra regione, sono fortemente critici.
RT E CARENZA DI POSTI LETTO «In questo momento – ha spiegato Rezza – in Calabria e nelle altre regioni a rischio elevato, c’è un aumento preoccupante dell’infezione (QUI IL BOLLETTINO DI OGGI) con l’Rt che, di fatto, anticipa quello che è l’aumento dei casi. E, se in più si registra un alto numero di occupazione dei posti letto e Terapia intensiva e non si riescono a ricostruire le catene di trasmissione, allora ci troviamo in una situazione di alto rischio». «Poi sappiamo che la Calabria è bellissima ma qualche deficit strutturale c’è, e riguarda la capacità di resilienza del sistema, che insieme all’Rt elevato spiega perché è finita in una fascia più elevata».
Proprio in Calabria, in particolare, sono state due le allerte segnalate negli ultimi giorni, mentre il totale delle risorse umane sono sotto la soglia di 1 per 100mila.
ZONE FLESSIBILI Calabria, dunque, in “zona rossa”, ma si tratta comunque di una situazione flessibile. «Dopo 14 giorni – ha spiegato Rezza – ci potrà essere una descalation per le regioni, cosi come se nella prossima cabina di regia dovessero emergere situazioni diverse, altre regioni potrebbero diventare rosse. Il sistema è molto flessibile, non è rigido. Potranno ad esempio essere create “zone rosse” all’interno di regioni in zona arancione, chiedendo al Ministero e al Cts l’autorizzazione per implementare in caso anche zone rosse in aree strettamente locali, Rsa, palazzi occupati e quartieri. Lockdown mirati, dunque, per non più di due settimane».
IL “CASO” CAMPANIA La seconda ondata di coronavirus ha colpito evidentemente tutto il Paese, al di là del colore delle regioni. «La Campania – ha spiegato però Rezza – ha certamente molti casi ma l’Rt è più basso rispetto alla Lombardia o la Calabria perché la trasmissione, sebbene sia aumentata, è comunque stabilizzata». (Gi.Cu.)

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