Riceviamo e pubblichiamo la nota di Franco Falcone, già presidente di Legambiente Calabria sull’attuale situazione della Calabria e sulle linee guida della gestione rifiuti comunicate dall’assessore regionale all’ambiente:
Ecco perché come ha ricordato un mio amico “è troppo tardi per essere moderati” e sono convinto che in qualche modo tocca a noi, ad ognuno di noi farsi avanti.
La drammatica attualità di questi giorni dovrebbe porre ognuno di noi di fronte alla domanda su cosa abbiamo fatto per impedire che la classe politica privasse i calabresi dei diritti di cittadinanza (diritto alla salute, alla mobilità, al lavoro, ecc.). Il degrado dei servizi pubblici è fatto notorio, il non diritto alla salute in Calabria lo tocchiamo con mano tutti i giorni – purtroppo – ed oggi essere individuati come zona rossa per salvaguardare la salute per le annose criticità in cui versa la sanità indigna tutti. Qualcosa si muove nella nostra società anche se appaiono timidi segnali che dovrebbero sopraffare la rassegnazione. Indigna per aver ulteriormente messo a nudo l’irresponsabilità e la depredazione di risorse, di strutture abbandonate, di non valorizzazione delle professionalità mediche e paramediche per uno squallido interesse di voto-clientelare.
In un mondo alluvionato di informazioni irrilevanti – dice Yuval Noah Harari – la lucidità è potere. Un flusso di informazioni ci sovrasta, inondando le persone di disinformazione e distrazioni. La storia non fa sconti. Se il futuro dell’umanità viene deciso in nostra assenza, poiché siamo troppo occupati, troppo distratti, assuefatti e rassegnati tutti ne subiremo comunque le conseguenze. Certo è parecchio ingiusto; ma chi ha mai detto che la storia è giusta?
Questo è il motivo che mi spinge a fare delle riflessioni, a porre delle domande all’indomani della comunicazione dell’assessore regionale all’ambiente sull’approvazione delle nuove linee guida dei rifiuti.
Purtroppo la politica è fatta di annunci parolai, di discariche zero subito e in due anni.
Colgo positivamente che la Regione abbia lavorato per l’adeguamento del Piano regionale dei rifiuti alle nuove direttive comunitarie anche se in assenza di una discussione e di una concertazione con i soggetti portatori di interessi nel settore. La passata Giunta regionale lo fece anche con varie audizioni nella Commissione consiliare preposta, ne venne fuori un piano sicuramente migliorato. Così come ritengo positivo che l’Assessore si ponga il problema della sua realizzazione anche se contemporaneamente non vorrei si individuassero al di fuori degli ottimi dirigenti e funzionari regionali gli ipotizzati “manager all’altezza”.
A mio sommesso avviso pone una serie di questioni l’idea dell’Assessore di ricorrere ad una un’impiantistica di nuova generazione, attraverso l’introduzione di tre impianti di vetrificazione senza emissioni climalteranti.
Mi preoccupa perché ad essere trattati in tali impianti sono il percolato delle discariche e i fanghi di depurazione, ma gli impianti di vetrificazione vengono anche utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi (anche se dopo processo di condizionamento), per trattare volumi di materiali che si originano dalla bonifica di aree oppure per lo smaltimento dell’amianto attraverso un procedimento costoso e lungo.
La Sif (Società Italiana di fisica) indica che il principale problema di questa tecnologia è che comporta un alto livello di consumi energetici.
L’impianto di Gioia Del Colle è un esempio di tale tecnologia. Un impianto realizzato oltre dieci anni fa e che studia un nuovo modo di produrre energia a basso costo e con il minore impatto ambientale puntando su un nuovo metodo di combustione, noto come “Isotherm flameless”. E’un impianto da 5 megawatt che riesce a tirare fuori energia a basso impatto ambientale dai materiali più vari, anche dai più pericolosi. L’aspetto che mi preoccupa è che intanto non abbiamo bisogno di questi impianti e non vorrei che dietro – magari una buona intenzione – ci sia l’intendimento di realizzare una soluzione alternativa agli inceneritori atteso che tale tecnologia potrebbe anche sostituirli visto che possono produrre energia da rifiuti urbani, carbone e biomasse, oltre che da greggio e pet-coke.
Occorre ponderare e valutare tale scelta al fine di valutarne – se del caso – la compatibilità ambientale della stessa e la sua idoneità nell’ambito della strategia di riduzione della produzione di rifiuti.
Il processo di ossicombustione ha – ovviamente – una notevole influenza sui meccanismi di formazione delle specie inquinanti (principalmente particolato, ceneri e metalli pesanti, ossidi di zolfo, ossidi di azoto) che risultano tipicamente prodotte in quantità inferiore rispetto al caso della combustione con aria.
Credo che serva più coraggio, che serva fatica per prima concertare e poi decidere con i territori per ottenere un ciclo virtuoso dei rifiuti. Anche se in tal senso gli ATO e i Comuni non hanno sin qui aiutato il cambiamento sperato, c’è bisogno di un’assunzione di responsabilità e chi non lo fa deve indietreggiare.
Occorre spingere il compostaggio domestico, di prossimità e comunità, valorizzando tutta l’impiantistica di riferimento. Abbiamo bisogno di impianti di compostaggio anaerobico in ogni provincia, dobbiamo spingere di più e meglio sulla raccolta differenziata, ancora ferma a poco più del 45-46%. Occorre avviare definitivamente – ora e subito – il sistema delle premialità per i cittadini ed i Comuni virtuosi.
Occorre fare, occorre che ognuno faccia la sua parte fino in fondo responsabilmente e chi non si assume responsabilità “resti a casa”.
Oggi, non domani, tocca a noi, tocca ad ogni calabrese onesto fare la propria parte per cancellare le pagine brutte del nostro passato e far risplendere la bellezza dell’oggi.
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