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Processo ai clan dell’Aspromonte, cinque condanne e una raffica di assoluzioni

Il Tribunale di Locri ha comminato pene fino a 22 anni e 6 mesi di carcere. Ventidue le assoluzioni e quattro non luogo a procedere. Si tratta del processo nato dall’inchiesta “Banco nuovo-Cumps” c…

Pubblicato il: 05/11/2020 – 23:03
Processo ai clan dell’Aspromonte, cinque condanne e una raffica di assoluzioni

LOCRI Una raffica di assoluzioni e cinque condanne. È l’esito del procedimento scaturito dell’operazione “Banco nuovo-Cumps” decretato dalla sentenza emessa del Tribunale di Locri con presidente Fulvio Fulvio Accurso. A finire condannati Annunziato Alati (22 anni e 6 mesi di carcere), Giuseppe Alati (18 anni), Pietro Alati (5 anni), Pasqualino Rodà (3 anni) e Paolino Tripodi (5 anni e 6 mesi). Mentre lo stesso tribunale ha decretato l’assoluzione per 20 imputati e per altri quattro si è deciso con un «non doversi procedere per intervenuta prescrizione».
Secondo l’impianto accusatorio, gli imputati dovevano rispondere di vari reati tra cui associazione mafiosa, tentata estorsione, detenzione illecita di armi e droga.
L’inchiesta da cui è partito il procedimento nasce da una lunga attività d’indagine condotta dalla squadra mobile di Reggio su alcuni clan operativi nel Reggino. In particolare, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, uomini di Africo, Bruzzano Zeffirio e Brancaleone avrebbero costituito una nuova struttura ‘ndranghetistica – appunto “Banco nuovo” – tesa ad accaparrarsi l’appalto di lavori pubblici e opere messe in cantiere dal Comune.
LE ASSOLUZIONI La sentenza dei giudici di Locri ha portato così all’assoluzione di Giuseppe Benavoli, Stefano Benavoli, Paolo Costantino, Antonio Rocco Ieropoli, Gianfranco Mancuso, Francesco Moio, Carmelo Morabito, Salvatore Morabito, Salvatore Morello, Luigi Palumbo, Sebastiano Profazio, Nicola Sciglitano (che nel frattempo è deceduto), Silvestro Toscano, Antonino Vitale, Domenico Vitale, Daniele Nucera, Carmelo Salvatore Palamara, Leo Zappia, Francesco Gligora e Pietro Ferraro. Mentre il non luogo a procedere è stato sentenziato per Fabio Bonanno, Stefano Cristiano, Saverio Cuppari e Simone Cuppari.

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