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Il fallimento (totale) del Decreto Calabria. Ora un commissario che sia davvero «nuovo»

Dall’annuncio della “rivoluzione” sanitaria dopo il Consiglio dei ministri straordinario a Reggio Calabria gli indici economici e i Lea sono peggiorati. Così come i rapporti tra Regione e ministeri…

Pubblicato il: 07/11/2020 – 14:05
Il fallimento (totale) del Decreto Calabria. Ora un commissario che sia davvero «nuovo»

LAMEZIA TERME Se c’era un posto in Italia in cui si poteva sapere ciò che le telecamere di Titolo V hanno rivelato venerdì notte e le cronache locali raccontano da mesi, quella è Roma. Se c’è un posto in cui si concentrano le responsabilità di una nomina che si è rivelata inadeguata, quello è Palazzo Chigi, che la nomina l’ha effettuata dopo un consiglio dei ministri tenuto a Reggio Calabria nell’aprile 2019 per rilanciare – in teoria – la sanità calabrese.

Il premier Giuseppe Conte ha annunciato oggi la nomina di un «nuovo commissario» da effettuare nel giro di qualche ora. E già i rumors indicano Giuseppe Zuccatelli, che gestisce – proprio grazie al fallimentare decreto Calabria 1 – le aziende ospedaliere di Catanzaro e ha già gestito l’Asp di Cosenza in un breve intermezzo, come prossimo plenipotenziario della sanità. Una scelta che proprio «nuova», dunque, non sarebbe.
L’addio del generale che avrebbe dovuto salvare la disastrata sanità calabrese aiuta però a riallineare i fili del discorso. E a raccontare meglio un fallimento iniziato il 18 aprile 2019, quando Conte (erano i tempi del governo gialloverde) e l’allora ministra alla Salute Giulia Grillo, in quota M5S, annunciarono la “rivoluzione” da Reggio Calabria, dopo un Consiglio dei ministri straordinario. Il decreto Calabria, fu spiegato da Grillo, nasceva per rispondere «a una situazione emergenziale, con il disavanzo di gestione arrivato a 168 milioni di euro, e i Lea (Livelli essenziali di assistenza) per il 2017 a quota 136. Nella trasmissione 20.20 de L’Altro Corriere Tv, i conduttori Danilo Monteleone e Ugo Floro hanno ricostruito assieme al soggetto attuatore per l’emergenza Covid Antonio Belcastro la nascita del commissariamento e l’evoluzione dei parametri che l’avevano imposto.
https://www.youtube.com/watch?v=L0q2IZtCchw
Nel 2018 i Lea in Calabria hanno raggiunto quota 162, dunque la “situazione disperata” era stata superata. Mentre Grillo parlava annunciando la nuova era sanitaria, in sostanza, i numeri erano migliorati. E adesso? «I dati per il 2019 non sono ancora ufficiali – dice Belcastro – saremmo arrivati circa a 139-140, saremmo tornati ai dati del 2017». Belcastro spiega uno dei problemi di fondo: «La nostra regione ha vizio di fondo, non ha la cultura del dato, cioè della trasmissione delle prestazioni erogate, anche quando comunque vengono offerte». Grillo annunciava interventi drastici sul disavanzo, hanno prodotto risultati? «Il disavanzo è cresciuto di poco – risponde Belcastro a 20.20». Tra l’altro l’introduzione di paletti rigidi sul personale è un boomerang, «perché con meno risorse umane si erogano meno prestazioni, aumenta la mobilità e ciò che risparmi per non aver assunto o aver stoppato il turnover si perde in termini di premialità». Adesso – riguardo soprattutto alla trasmissione dei dati sui Lea – «il dipartimento si sta riorganizzando, è cresciuto sia come personale che come numero di settori, ma ne vedremo i frutti successivamente».
https://www.youtube.com/watch?v=RX8cmik-MeY
Altra questione. Grillo in conferenza stampa spiegò che il commissario e il sub commissario avevano il potere di rimuovere i direttori generali nominati al termine di una verifica straordinaria, nominando – nel caso – nuove figure in accordo con la Regione. Cosa mai accaduta, nel seguito dell’attività della struttura commissariale.
Altra questione: i tempi. «Saremo fulminei, disse la ministra per assicurare che il decreto avrebbe avuto durata limitata. E invece oggi si parla di un nuovo super commissario che potrebbe restare in carica per tre anni.
«Ai posteri la sentenza – disse ancora Grillo –. I nuovi strumenti in mano ai commissari ci faranno ottenere risultati che con gli strumenti ordinari non riusciremmo mai a ottenere». Ma forse, per giudicare, non sarà necessario aspettare i posteri. I risultati si vedono già adesso e hanno radici nel passato. Lo spiega ancora Belcastro quando ricorda «che nel 2010 (il governatore era Giuseppe Scopelliti, ndr) si è deciso di abdicare e di cedere al Piano di rientro, arrivando più tardi rispetto alle altre regioni». E tutta la gestione successiva è stata contrassegnata da «atteggiamenti di rottura anche quando si era della stessa parte politica». Obiettivi falliti dunque: sul piano finanziario, sanitario e dei rapporti. Forse già da oggi si ricomincia con un «nuovo commissario». Che sia davvero nuovo, però. (ppp)

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