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Sì alla "zona gialla", il centrodestra sfida il governo. La "resistenza" del Pd

Estenuante (ed elettorale…) consiglio regionale su “zona rossa”, “Decreto Calabria” e dimissioni di Cotticelli. La maggioranza approva una mozione per dire no al Decreto Calabria e alla zona rossa,…

Pubblicato il: 07/11/2020 – 21:41
Sì alla "zona gialla", il centrodestra sfida il governo. La "resistenza" del Pd

REGGIO CALABRIA L'”assalto” del centrodestra al governo nazionale, la “resistenza” del Pd e del centrosinistra. È questa la sintesi di un Consiglio regionale straordinario reso ancora più straordinario dalla tumultuosa giornata caratterizzata dalle dimissioni di Cotticelli. Un Consiglio regionale “fiume”, estenuante e anche stucchevole – durata quasi 6 ore – con la quasi totalità dei consiglieri protagonisti di interventi chiaramente condizionati – salvo coraggiose eccezioni – dal clima elettorale, con i due schieramenti che si sono scambiati accuse e rimpalli di responsabilità sulla sanità nell’evidente obiettivo di non dare nemmeno un millimetro di vantaggio all’avversario in vista del ritorno alle urne per le Regionali. Un solo punto all’ordine del giorno, “Calabria zona gialla”, e due mozioni contrapposte a conferma di un duro scontro in aula: da un lato il centrodestra, all’attacco del governo Conte a guida Pd-M5S – con una particolare sottolineatura sulla richiesta di dimissioni del ministro Speranza – per aver dato un colpo mortale alla Regione dichiarando una “zona rossa” da “lacrime e sangue” sulla base di dati sballati e prorogato un Decreto Calabria e un commissariamento anche questi ritenuti da lacrime e sangue, dall’altro il Pd e il centrosinistra che hanno ricordato come Cotticelli fosse stato nominato a suo tempo da un governo al quale partecipava anche la Lega e hanno evidenziato i ritardi della Regione nell’emergenza Covid. Alla fine, l’aula, cioè il centrodestra, all’unanimità con l’aggiunta del voto favorevole di Flora Sculco, ha approvato, con complessivi 19 voti, una mozione che chiede al governo nazionale «di revocare la “zona rossa” perché «non ci sono le condizioni per il lockdown» e di attuare «un regime di aiuti straordinario a favore della Regione» e al presidente della Repubblica Mattarella di «non promulgare il decreto Calabria che calpesta la dignità della Calabria». In caso contrario, la mozione del centrodestra invita il presidente ff della Regione Spirlì a emanare lui stesso un’ordinanza che, in deroga al Dpcm del 3 novembre, dichiari la Calabria “zona gialla” (scarica qui MOZIONE CENTRODESTRA il testo integrale della mozione approvata dal Consiglio). Non approvata invece (5 voti) una mozione del centrosinistra nella quale si evidenziava che «la lunga sequela di inadempienze della Regione e dell’Ufficio del commissario ha provocato la nostra entrata nella “zona rossa”» e di «mettere da parte le polemiche e l’inizio della campagna elettorale, se si vuole effettivamente uscire da questa “zona rossa”».
GLI INTERVENTI DEL CENTRODESTRA Per il centrodestra, che ha voluto dare una prova muscolare di unità e compattezza a supporto (in realtà in supplenza…) del presidente facente funzioni della Giunta Spirlì, il primo a parlare è stato Giuseppe Graziano (Udc): «Non sarebbe difficile credere che tutto ciò sia stato fatto a scopo politico, per rinviare il voto di gennaio. È necessaria l’abrogazione del Decreto Calabria, come da impegno assunto con la governatrice Santelli, e la revoca della zona rossa». Giacomo Crinò (Cdl) ha quindi affermato: «Il presidente Mattarella non firmi il decreto Calabria e la regione deve alzare la voce in maniera univoca». Per Raffaele Sainato /Forza Italia) «la mancata attivazione dei posti covid non è responsabilità della Regione, i dieci anni di commissariamento hanno rappresentato un freno a qualsiasi forma di avanzamento in sanità». Per Pietro Molinaro (Lega) «è necessario continuare il pressing sul piano istituzionale per dimissionare Speranza». Domenico Giannetta (Forza Italia): «I dati sulla sanità evidenziano il fallimento della politica sanitaria condotta in Calabria negli ultimi anni. Il Decreto Calabria deve essere bloccato perchè rappresenta un danno enorme per la Regione». Baldo Esposito (Cdl): «Non credo a colpi di Stato, siamo area rossa e vediamo insieme di darci una mano anche con l’opposizione. Al nuovo commissario daremo il necessario supporto, quel supporto che la Santelli aveva con grandissima corretta istituzionale aveva dato a Cotticelli e quindi al governo. E ricordo che a maggio la Santelli e la sua Giunta potevano nominare i direttori generali». Sulla stessa lunghezza d’onda dei colleghi, infine, Antonio De Caprio (Forza Italia), Filippo Mancuso (Lega), Pietro Raso (Lega) e Giovanni Arruzzolo (Forza Italia). Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia): «Chiediamo la zona gialla perché la zona rossa oggi diventerà la zona rossa per sempre in Calabria ed il sistema collasserà definitivamente. Per questo è necessaria un’ordinanza regionale che ci dichiari zona rossa, sarebbe un atto politico forte anche se giuridicamente e amministrativamente è discutibile». Filippo Pietropaolo (Fratelli d’Italia): «La Regione Calabria non ha alcuna possibilità di intervento e la zona rossa non ha alcun fondamento, la minoranza parla di Usca e altro ma si unisca a noi nella richiesta di dimissioni del ministro Speranza e anche di Conte, che ha licenziato Cotticelli senza però chiedere scusa ai calabresi». Luca Morrone (Fratelli d’Italia): «Il governo nazionale ha commissariato interamente la sanità solo con la volontà di mettere in campo nomine e con criteri discutibili. Vedo una volontà del governo legata al colore politico». Infine, l’assessore regionale di Fratelli d’Italia, Fausto Orsomarso: «Un governo che ha affrontato l’emergenza con monopattini e banchi a rotelle scarica le sue responsabilità prima sui sindaci e poi le Regioni con le pagelle a colori. La Regione, la Santelli, questa maggioranza si è battuta iim questa emergenza e questa verità è venuta chiaramente fuori». Vito Pitaro (Jole Santelli): «Ricordo che la compianta presidente Santelli aveva provato a riaprire i bar all’aperto per far respirare l’economia calabrese trovando lo stop del governo che però dopo pochi giorni ha riaperto tutto, a partire dalle discoteche». Secondo l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo (Forza Italia), «la Calabria con la presidente Santelli è stata all’avanguardia nella gestione dell’emergenza coronavirus anche sul piano dei sostegni economici a fronte di un governo che invece non ha fatto altrettanto. E a differenza di marzo ora c’è un evidente trattamento differenziato del governo verso la Regione Calabria rispetto ad altre Regioni, con una forte discriminazione nei confronti della Calabria. Ma adesso c’è bisogno di una levata di scudi di tutta la Calabria, anche il centrosinistra».
GLI INTERVENTI DEL CENTROSINISTRA Per Graziano Di Natale (IriC) «la soluzione non è la fascia gialla, ma il potenziamento degli ospedali». Carlo Guccione (Pd): «Cotticelli è stato nominato dal governo giallo-verde e due leghiste sono commissarie dell’Asp ed all’azienda ospedaliera di Cosenza, senza che i relativi bilanci siano stati approvati. Leggo un verbale della Giunta che si poneva a difesa dell’azione del commissario Cotticelli a seguito delle richiesta avanzate dal consigliere Callipo. Per uscire dalla zona rossa servono le Usca e l’assunzione di 320 infermieri di quartiere. Bisogna essere concreti, non scaricare responsabilità; gli interessi che hanno governato la sanità sono sempre gli stessi: consociativismo e trasversalismo. Bando dunque ad atteggiamenti propagandistici e strumentali». Per Giuseppe Aieta (Dp) «occorre un atto di coraggio perché se questo Consiglio regionale si limita ad ergere un muro saranno problemi seri per tutti i calabresi». Luigi Tassone (Pd) ha indicato le responsabilità del centrodestra: «Gestione confusa, per uscire dalla zona rossa bisogna agire subito sulla rete ospedaliera e vanno integrati i ristori governativi». A intervenire anche Flora Sculco (Dp), che ha auspicato «sintesi tra maggioranza e minoranza, dividessi su questi temi significa indebolire tutta la Calabria». Quindi Libero Notarangelo del Pd, che è stato una delle coraggiose eccezioni: «Voglio sottrarmi al rischio di una passerelle elettorale, da tutte e due le parti, non ho timore di dirlo. C’è – ha sostenuto Notarangelo – un teatrino desolante sullo scarico delle responsabilità, le colpe sono di tutti, di un governo che ha tenuto un commissario incompetente, e della Giunta che non ha supportato il commissario ad acta incompetente, e responsabilità di questa minoranza che spesso ha perso tempo su questioni di lana prima e avrebbe potuto vigiliate sull’attuazione del Piano Covid. Forse questa zona rossa ce la siamo tutti meritata… La verità è che la situazione da allarme nei nostri ospedali è realtà». Nicola Irto (Pd): «Nessuno è esente da errori nell’affrontare la questione Calabria. ma se qualcuno pensa che questo Consiglio possa servire a prendere qualche voto in più non ha capito quello che sta succedendo. E comunque voglio ricordare che il nome di Cotticelli venne approvato da un Consiglio dei ministri in cui c’era Salvini, che ne ha approvato la nomina, poi certo il governo attuale doveva intervenire prima. Raccontiamo i fatti allora».
In finale di seduta il presidente del Consiglio regionale Tallini ha dato mandato al presidente facente funzioni Spirlì di indire le elezioni regionali in una delle domeniche calendarizzate a gennaio – 17,24 o 31/1- o nella prima domenica di febbraio (7/2). Lo stesso Spirlì tra l’altro si è allontanato dall’aula prima della fine dei lavori per prendere l’aero per Roma in modo da partecipare, in qualità di invitato, alla seduta del Consiglio dei ministri sulla nomina del nuovo commissario della sanità calabrese. (a. cant.)

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