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«Generale la guerra è finita»

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, commenta le dichiarazioni dell’ex commissario della sanità calabrese: «Ieri sera abbiamo assistito all’ennesimo spettacolo in cui si infanga in di…

Pubblicato il: 09/11/2020 – 9:15
«Generale la guerra è finita»

REGGIO CALABRIA «Generale la guerra è finita. Ma il nemico non è né scappato, né vinto né abbattuto e dietro la collina ci siamo sempre noi, a perderci siamo sempre noi, noi calabresi. E non ce lo meritiamo». Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, prende in prestito le parole di una delle canzoni più belle di Francesco De Gregori, per commentare l’autodifesa dell’ex generale dei Carabinieri Saverio Cotticelli, ormai anche ex commissario della sanità calabrese, andata in onda ieri su La7 a “Non è l’Arena”, dopo la figuraccia fatta nell’intervista alla trasmissione Titolo V sulla Rai.
«Ieri sera – afferma Falcomatà – abbiamo assistito all’ennesimo spettacolo in cui si infanga in diretta tv nazionale la Calabria ed il popolo calabrese. In pochi minuti ci siamo sentiti dire da un uomo dello Stato (e dallo Stato profumatamente pagato) che siamo tutti mafiosi, che è stato forse drogato prima di rilasciare l’intervista nella quale ha ammesso che il piano per l’emergenza Covid non esiste salvo poi dire che invece il piano esiste e che quel giorno non era lui, forse era un Avatar, perché esiste un complotto ai suoi danni per aumentare il debito della sanità calabrese e per farlo dimettere ma che, comunque, ha provveduto ai livelli “elementari” di assistenza (peccato siano essenziali) e che va tutto bene perché il sub commissario Maria di Amici e l’usciere rimangono in carica. Il tutto mentre il giornalista tv sollecitava il Generale ad andare in Procura e denunciare tutto. Non ci meritiamo questo».
«Non lo meritano i medici – prosegue Falcomatà – i commercianti, gli imprenditori, gli operatori sociali. Vogliamo che della salute dei calabresi si occupino persone preparate, oneste, lucide e che magari ogni tanto vadano a mangiare una pizza o a prendere un gelato in una delle nostre pizzerie e gelaterie quando riapriranno.
Vogliamo che i territori e le istituzioni locali vengano coinvolte nelle scelte che ci riguardano perché se esiste un modo per non far andare giù una cosa ai calabresi è imporgliela!»
«Questa Regione – conclude Falcomatà – deve smettere di dividersi, perché divisi siamo deboli e finché saremo divisi le decisioni continueranno a passare sopra le nostre teste. Questa Regione deve abbandonare i campanilismi, perché i campanilismi ci isolano.
Sul campanile, invece, bisogna salirci per vedere meglio in che posto viviamo e recuperare l’orgoglio di essere calabresi.
Buon inizio settimana Calabria, saranno giorni intensi. Anche questi».
Falcomatà dedica un post scriptum al Dirigente presso l’Asp di Reggio Calabria che stava indagando sui conti, morto di infarto dopo una cena: «In questi giorni sto pensando molto a Consolato Campolo. Caro Consolato, combattiamo anche per te e per onorare la tua memoria!».

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