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I sindaci di Acri e Trebisacce replicano a Cgil medici e anestesisti: «Guerra fra poveri»

Pino Capalbo e Franco Mundo rispondono ad una nota del sindacato e dell’Aaroi-Emac sulla carenza di rianimatori. Pronta la controreplica: «La nostra controparte è l’Asp di Cosenza»

Pubblicato il: 09/11/2020 – 18:31
I sindaci di Acri e Trebisacce replicano a Cgil medici e anestesisti: «Guerra fra poveri»

CORIGLIANO ROSSANO La presa di posizione di Cgil Medici, Fp Cgil, Aaroi-Emac sulla carenza di anestesisti rianimatori nell’Asp di Cosenza e, in particolare, nello spoke di Corigliano Rossano, che chiuderà il servizio di anestesia ordinario a partire dal primo dicembre, ha suscitato la replica dei sindaci di Acri, Pino Capalbo, e di Trebisacce, Franco Mundo.
«È paradossale e inconcepibile – scrivono i due sindaci – la grave affermazione da parte dei sindacati della CGIL e delle altre sigle che parlano di spreco di risorse, con riferimento all’utilizzo degli anestesisti presso gli ospedali di Trebisacce e Acri. In proposito pare opportuno precisare che nessuna risorsa viene sottratta agli ospedali spoke ma, per come concordato già in sede di accettazione, gli stessi dovevano andare a coprire i vuoti di organico lasciati dalle convenzioni con l’Azienda ospedaliera presso l’ospedale di Trebisacce e di Acri, non più rinnovate. Tanto era stato concordato, di fatto gli stessi anestesisti interpellati hanno dichiarato espressamente di voler scegliere come sede Trebisacce e Acri, e nessuna, si ribadisce nessuna, sottrazione è stata effettuata nei confronti delle strutture spoke di Corigliano-Rossano o Castrovillari. Appare quindi davvero paradossale e discriminatoria la dichiarazione dei sindacati i quali dovrebbero mirare a tutelare tutti i comprensori e tutti gli ospedali e non a concentrare le loro azioni dove sono maggiormente interessati per motivi corporativi o politici. Il mancato pagamento degli straordinari o altri oneri non dipende e né è conseguenza dell’utilizzo di alcune figure mediche tra cui gli anestesisti presso altri ospedali, altrimenti si arriverebbe all’assurdo di non poter più assumere personale in quanto comporterebbe sottrazione delle risorse a quello già in servizio».
«Tutti insieme – proseguono Capalbo e Mundo – dovremmo fare battaglie per coprire i vuoti di organico, non solo negli ospedali più grandi, ma anche per gli ospedali periferici, in considerazione proprio del supporto e dell’utilità che possono rivestire questi presidi in un particolare momento di pandemia come questo, potendo alleggerire il numero dei ricoveri in quanto valvola di sfogo per la gestione post acuti, aumentando così di fatto i posti letto a disposizione degli ospedali spoke, da utilizzare per le emergenze più gravi. È una guerra tra poveri e dà l’idea di una discriminazione e marginalizzazione di alcuni presidi ospedalieri e comprensori, quando invece bisognerebbe rivolgere agli stessi più attenzione. Ci aspettiamo un’immediata rettifica da parte delle organizzazioni interessate, peraltro da sempre a sostegno degli ospedali più piccoli e di zone disagiate e chiediamo al Commissario Asp. Dott.ssa Bettelini, di dare seguito immediato alle convenzioni sottoscritte per non mortificare ulteriormente le popolazioni interessate».
«LA NOSTRA CONTROPARTE È L’ASP DI COSENZA» «Noi non intendiamo polemizzare con i Sindaci di Acri e Trebisacce – è la controreplica della Cgil Medici per l’azienda sanitaria provinciale – che non sono i nostri datori di lavoro. La nostra controparte è l’Asp e ad essa chiediamo conto e soprattutto avendo ben presente le necessità di tutta l’Azienda. Abbiamo già richiesto un incontro alla dott.ssa Bettellini, non ancora concesso, per discutere la problematica di tutta l’Asp non essendo legati ad interessi corporativi e politici, come asseriscono i sindaci Mundo e Capalbo». (lu.la.)

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