ROMA «Posso solo aprire le braccia. L’impressione è che in Italia, anche in una situazione così drammatica, per determinate posizioni, non si chiama sulla base della competenza e della reale preparazione ma si chiamano gli amici degli amici. Questa è una situazione che qualsiasi cittadino credo possa avere. Ce ne sono in continuazione, anche ora, di scelte infelici. Che volete che vi dica». Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive alla Statale di Milano e direttore di Malattie infettive all’Ospedale Sacco, risponde così, durante la trasmissione Agorà, a una domanda sul neonominato commissario ad acta per la Sanità della Calabria, Giuseppe Zuccatelli.
Rispetto alle dichiarazioni di Zuccatelli in merito alla inutilità della mascherina poiché il virus si trasmetterebbe solo baciando qualcuno per 15 minuti, Galli afferma: «A inizio pandemia sono state detto tante cose, ma uno che si occupa di organizzazione sanitaria, forse è meglio che non si allarghi, che abbia un atteggiamento tale per cui non si vada a allargare su cose che non conosce e di cui non conosce la portata. Fa paura l’affermazione apodittica, completamente sbagliata, da leggenda metropolitana, che fa parte dell’atteggiamento che non va bene».
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