REGGIO CALABRIA La Procura di Reggio Calabria indaga su presunte irregolarità alle ultime elezioni comunali di Reggio Calabria. Lo riporta il Fatto Quotidiano nella sua edizione online. L’indagine riguarderebbe la posizione di diversi anziani che risultano aver votato ma, in realtà, non sarebbero mai andati al seggio. Le voci sull’inchiesta si rincorrevano da giorni e sarebbero avvalorate da alcuni post apparsi sui social e riferiti agli accertamenti in corso da parte della Questura. «Per controllare se gli ultraottantenni sono andati a votare – si legge su Facebook secondo quanto racconta il Fatto -, si recano al loro domicilio quattro poliziotti». E ancora: «Quattro agenti della polizia volevano sapere se mia suocera ha votato. Quando ha detto che non è andata a votare, le hanno chiesto il motivo».
Ai famigliari degli anziani, spaventati che qualcuno si fosse presentato in casa spacciandosi per un agente, dalla polizia avrebbero risposto che «effettivamente la questura di Reggio Calabria sta facendo controlli per sapere se alcune persone anziane sono andate a votare». Nessun commento arriva dalla Procura di Reggio Calabria.
A completare il quadro ci sarebbero anche gli interrogatori come persone informate sui fatti di alcuni dipendenti della “Hermes Servizi Metropolitani srl” che per conto del Comune si occupa della riscossione dei tributi a Reggio Calabria. Questi lavoratori, nei giorni in cui si sono tenute le elezioni del 20 e 21 settembre, sarebbero stati distaccati dalla “Hermes” per lavorare nell’ufficio elettorale e curare «l’ambito informatico» e i «flussi dei dati» tra l’ente e la prefettura. «Ed è con il supporto dei dipendenti dell’Hermes – si legge ancora sul Fatto Quotidiano – che l’ufficio comunale rilascia le copie delle tessere elettorali con le quali gli anziani si sarebbero dovuti recare al seggio». Alcuni lo hanno fatto davvero e per questo, sempre sui social, i parenti sottolineano che «i controlli andrebbero fatti su coloro che nel seggio elettorale non hanno esibito documento perché gli scrutatori o il presidente (di seggio, ndr) hanno scritto “conoscenza personale”». L’indagine sarebbe coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gerardi Dominijanni.
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