di Alessia Truzzolillo
LAMEZIA TERME Cessano le esigenze cautelari ma resta la gravità indiziaria. Queste le ragioni che hanno spinto il gip del Tribunale di Lamezia Terme, Rossella Prignani, a revocare la misura cautelare interdittiva che era stata comminata a Manny Mercuri, 47 anni, lo scorso 2 novembre, ovvero l’interdizione all’esercizio di attività professionali e d’impresa. L’operazione della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Lamezia, nella quale è coinvolta Manny Mercuri è stata denominata “Fratelli d’acciaio” e coinvolge sette soggetti, imprenditori e loro “teste di legno”, operanti nel settore della fabbricazione e commercializzazione del legno e dell’acciaio, ritenuti, a vario titolo, responsabili di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli reati di bancarotta fraudolenta e di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte ai danni dell’erario. Tra questo vi è anche il fratello dell’indagata, Alfredo Mercuri.
LA GRAVITA’ INDIZIARIA E L’INTERROGATORIO Il gip lo spiega in premessa che quanto emerso in sede di interrogatorio non appare idoneo a scalfire e superare l’assetto motivazionale in relazione alla gravità indiziaria. Manny Mercuri, difesa dagli avvocati Antonello Bevilacqua e Nicola Carratelli, si è sottoposta a interrogatorio «ha fornito la propria versione dei fatti, sottolineando di svolgere (e di aver sempre svolto nella sua vita) la sola attività di farmacista e di essere del tutto estranea alle vicende societarie della famiglia; di avere solo aiutato la famiglia di non essersi neanche mai recata presso le sedi societarie; di avere aiutato la famiglia nei momenti di difficoltà, ricordando soltanto di essersi prestata per ottenere la firma digitale (messa poi a disposizione di una società di famiglia)».
Secondo il giudice per le indagini preliminari «il narrato della donna è apparso credibile». Veniamo dunque alle esigenze cautelari. Alle dichiarazioni dell’indagata si aggiungono altre circostanze: le società riconducibili al gruppo Mercuri (ancora attive) sono sotto sequestro (con nomina di un custode giudiziario); è stata effettuata una approfondita perquisizione; c’è l’effetto di ammenda che l’applicazione della misura cautelare ha sortito sull’indagata (che ha dovuto cessare la propria attività lavorativa); a questo si aggiungono le misure cautelari detentive alle quali sono sottoposti gli altri indagati (maggiormente attivi nella gestione delle società del gruppo); infine la formazione professionale dell’indagata (farmacista) non è attinente a profili societari. Tutti questi elementi consentono di ritenere cessate le esigenze cautelari comminate a Manny Mercuri.
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