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Lamezia, cessano le esigenze cautelari, revocata l'interdizione a Manny Mercuri

Il gip ha revocato la misura applicata alla 47enne nell’ambito dell’inchiesta “Fratelli d’Acciaio”. Resta la gravità indiziaria. «La sua ricostruzione è apparsa credibile»

Pubblicato il: 10/11/2020 – 18:30
Lamezia, cessano le esigenze cautelari, revocata l'interdizione a Manny Mercuri

di Alessia Truzzolillo
LAMEZIA TERME Cessano le esigenze cautelari ma resta la gravità indiziaria. Queste le ragioni che hanno spinto il gip del Tribunale di Lamezia Terme, Rossella Prignani, a revocare la misura cautelare interdittiva che era stata comminata a Manny Mercuri, 47 anni, lo scorso 2 novembre, ovvero l’interdizione all’esercizio di attività professionali e d’impresa. L’operazione della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Lamezia, nella quale è coinvolta Manny Mercuri è stata denominata “Fratelli d’acciaio” e coinvolge sette soggetti, imprenditori e loro “teste di legno”, operanti nel settore della fabbricazione e commercializzazione del legno e dell’acciaio, ritenuti, a vario titolo, responsabili di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli reati di bancarotta fraudolenta e di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte ai danni dell’erario. Tra questo vi è anche il fratello dell’indagata, Alfredo Mercuri.
LA GRAVITA’ INDIZIARIA E L’INTERROGATORIO Il gip lo spiega in premessa che quanto emerso in sede di interrogatorio non appare idoneo a scalfire e superare l’assetto motivazionale in relazione alla gravità indiziaria. Manny Mercuri, difesa dagli avvocati Antonello Bevilacqua e Nicola Carratelli, si è sottoposta a interrogatorio «ha fornito la propria versione dei fatti, sottolineando di svolgere (e di aver sempre svolto nella sua vita) la sola attività di farmacista e di essere del tutto estranea alle vicende societarie della famiglia; di avere solo aiutato la famiglia di non essersi neanche mai recata presso le sedi societarie; di avere aiutato la famiglia nei momenti di difficoltà, ricordando soltanto di essersi prestata per ottenere la firma digitale (messa poi a disposizione di una società di famiglia)».
Secondo il giudice per le indagini preliminari «il narrato della donna è apparso credibile». Veniamo dunque alle esigenze cautelari. Alle dichiarazioni dell’indagata si aggiungono altre circostanze: le società riconducibili al gruppo Mercuri (ancora attive) sono sotto sequestro (con nomina di un custode giudiziario); è stata effettuata una approfondita perquisizione; c’è l’effetto di ammenda che l’applicazione della misura cautelare ha sortito sull’indagata (che ha dovuto cessare la propria attività lavorativa); a questo si aggiungono le misure cautelari detentive alle quali sono sottoposti gli altri indagati (maggiormente attivi nella gestione delle società del gruppo); infine la formazione professionale dell’indagata (farmacista) non è attinente a profili societari. Tutti questi elementi consentono di ritenere cessate le esigenze cautelari comminate a Manny Mercuri.

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