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«Non siamo il terzo mondo», la protesta dei sindaci del Vibonese davanti alla prefettura

I primi cittadini della provincia si danno appuntamento per incontrare il prefetto Zito e consegnargli un documento dove si chiedono garanzie sul tracciamento dei contagi e maggiore velocità nel pr…

Pubblicato il: 12/11/2020 – 18:52
«Non siamo il terzo mondo», la protesta dei sindaci del Vibonese davanti alla prefettura

VIBO VALENTIA Dopo l’annuncio dei giorni scorsi, i sindaci della provincia di Vibo Valentia sono scesi in piazza per protestare contro la cattiva gestione dell’emergenza Covid sul loro territorio e in tutta la regione. Sanità e ordine pubblico si intrecciano in un groviglio inestricabile che porta le istituzioni locali a chiedere risposte prima che la situazione sfugga ad ogni controllo. Alla base della protesta, dunque, la richiesta di interventi concreti in ambito sanitario per contrastare l’emergenza e le ataviche criticità delle strutture calabresi, nonché la carenza di personale qualificato. Tra vari, i primi cittadini di Serra San Bruno, Simbario, Spadola, Brognaturo, Fabrizia, Mongiana e Nardodipace, hanno chiesto anche il potenziamento della Medicina territoriale. Vengono inoltre richieste all’Asp vibonese «unità mobili atte al potenziamento delle attività di prevenzione, aventi come finalità quella di circoscrivere i contagi individuando i casi positivi nel minor tempo possibile».
Presente il prefetto Francesco Zito, al quale è stato consegnato un documento a firma congiunta dei sindaci, che lo stesso si impegna a «trasmettere ai destinatari». «La sanità – dice Zito – è un problema serio e la prefettura cerca di fare il possibile per agevolare il lavoro dei sindaci. Bisogna accelerare il processo dei tamponi per consentire all’Asp di adottare nei tempi più brevi possibile i provvedimenti a tutela della salute pubblica».
LIMARDO: «NO AL REGIME COMMISSARIALE» Tra i vari cittadini accorsi, anche Maria Limardo, sindaco del capoluogo di provincia che ha spiegato come questa manifestazione sia collegata in maniera ideale a quella che si terrà il prossimo 19 novembre a Roma e vedrà impegnati tutti i sindaci della regione. «Diciamo no al regime commissariale. – dice Limardo – Da oltre dieci anni i calabresi sono stati espropriati del loro diritto e dovere di autodeterminazione in questa materia».
Il primo cittadino di Vibo Valentia sottolinea poi che sono due le ragioni principali al centro della protesta: «Lamentiamo il ritardo a processare i tamponi, tanto che a cagione di questo i sindaci di tutta la provincia sono stati invitati dall’Asp a sospendere l’attività didattica in presenza». Il secondo motivo è invece più generale, legato al commissariamento: «A livello di Anci (di cui Limardo è vicepresendente regionale, ndr) siamo convinti che il commissariamento debba cessare. Se sarà necessario trovare una figura per accompagnare la regione in questa transizione fino alla fine dell’emergenza Covid, vogliamo che sia di spessore, competente, professionalmente preparata e che sappia dare delle risposte concrete». Un identikit che sembra tracciare il profilo di Gino Strada, ma sul nome Limardo rimane sfuggente: «Non spetta a me dare questa informazione, seguo le dinamiche istituzionali da sindaco e vicepresidente di Anci».
«SITUAZIONE DRAMMATICA IN PROVINCIA DI VIBO» Secondo Salvatore Giordano, sindaco di Mileto, «la situazione della sanità in regione e in particolare in provincia, nonostante l’impegno proficuo di tutti i medici dell’Asp è drammatica». Al centro le problematiche relative al tracciamento dei contagi e dell’esame dei tamponi «perché i rilievi vengono fatti ma poi i risultati arrivano molto tardi. Chiediamo – dice Giordano – provvedimenti appropriati per risolvere queste problematiche».
Profili di denuncia condivi dalla totalità dei sindaci accorsi davanti al palazzo della prefettura. Tra questi anche il primo cittadino di Stefanaconi, Salvatore Solano: «Abbiamo il dovere di far sentire la voce dei nostri cittadini di fronte a un sistema sanitario in difficoltà», sottolinea, professandosi preoccupato per «la gestione di posti letto e tamponi» ed evidenzia un ulteriore disagio legato alla raccolta dei rifiuti. «Se non sappiamo quali sono i soggetti in quarantena, non riusciamo a fare nemmeno un distinguo in tal senso».
«NON ABBIAMO BISOGNO DI GRANDI NOMI» Il sindaco di Gerocarne, Papillo elenca alcuni dei punti esposti all’interno del documento consegnato al prefetto, tra cui la necessità di veder processati i tamponi in tempi rapidi, maggiori poteri per i sindaci e maggiore sinergia con l’Asp per contenere il contagio». Rimarca poi l’inutilità del commissariamento e si esprime direttamente sul nome di Gino Strada, definendo «una persona straordinaria». Poi aggiunge: «Abbiamo bisogno di gente che conosce la Calabria e i nomi che si danno devono essere condivisi con chi conosce il territorio. Non abbiamo bisogno di grandi nomi, ma di gente pragmatica che abbia come faro quello della legalità». Simile la linea del sindaco di Limbadi, Mercuri, che rimarca più volte come «la Calabria non sia terzo mondo».
«Ho lavorato decine di anni nell’azienda sanitaria – dice Mercuri – e so le difficoltà che si hanno in questa provincia. Il problema è quello di essere propositivi. Questa non è una mera protesta: esistiamo come sindaci e cittadini. E siamo penalizzati». Poi conclude: «Siamo italiani come tutti ed abbiamo diritto alla salute come tutti». E su Strada: «Non abbiamo bisogno di passerelle, abbiamo visto lo sfascio al quale ci hanno condotti in questi anni». (f.d.)

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