CROTONE Il Tribunale amministrativo regionale della Calabria ha rigettato il ricorso presentato da Maria e Giovanni Grande Aracri contro l’abbattimento delle villette costruite a Capocolonna. L’attività messa in campo dal Comune di Crotone per abbattere le villette «realizzate in zona soggetta a vincoli paesaggistici e prospicenti l’area archeologica», da parenti stretti del boss Nicolino Grande Aracri, secondo il Tar Calabria, è corretta. La costruzione delle villette, in tutto sei, risale al 1985.
Lo scorso mese di giugno, per volontà dell’allora commissario prefettizio di Crotone, Tiziana Costantino, gli uffici dell’ente hanno redatto il progetto di demolizione riguardante cinque villette. Lo scorso 6 luglio è stata fatta la gara e sono stati aggiudicati i lavori per procedere alla demolizione dei manufatti. Il 20 luglio scorso le ruspe sono entrate in azione per abbattere tre villette. Su due non si è potuto procedere perché i proprietari, Maria e Giovanni Grande Aracri, attraverso il proprio legale avevano presentato un ricorso al Tar Calabria, che oggi si è pronunciato non accogliendo le ragioni dei ricorrenti e riconoscendo l’attività messa in campo dal Comune pitagorico. A meno che gli interessati non decidano di presentare ricorso al Consiglio di Stato, nelle prossime settimane, si potrà procedere con l’abbattimento delle altre due villette. Il Tar Calabria, secondo quanto è stato possibile apprendere, non ha nemmeno accolto la richiesta del legale su un presunto errore commesso dal Comune, riguardante il presunto illegittimo abbattimento di una villetta costruita su una particella di terreno, che sarebbe stata diversa da quella indicata dai tecnici dell’ente nell’ordinanza di demolizione. (g. m.)
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