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Indennità di disoccupazione pagate a “falsi licenziati”, indagate 19 persone

I carabinieri di Lamezia hanno scoperto la truffa ai danni dell’Inps. Avrebbero riscontrate anomale assunzioni seguite da licenziamenti di 18 “lavoratori”. L’indagine è partita dalla denuncia dell’…

Pubblicato il: 13/11/2020 – 10:16
Indennità di disoccupazione pagate a “falsi licenziati”, indagate 19 persone

GIZZERIA Truffa aggravata ai danni dell’Inps. Con questa accusa i carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme, a conclusione di attività d’indagine in materia previdenziale e fiscale, coordinata e diretta dalla locale Procura della Repubblica, hanno proceduto a notificare 19 avvisi di conclusione delle indagini preliminari ad altrettanti soggetti.
In particolare i carabinieri, attraverso l’acquisizione e l’analisi della documentazione amministrativa di un’impresa intestata a un cittadino di Gizzeria, attualmente cessata e che operava nel settore dell’installazione di impianti elettrici, hanno rilevato – nel periodo di attività della ditta – anomale assunzioni e successivi licenziamenti nei confronti di 18 lavoratori “subordinati” che, a seguito della “perdita del posto d’impiego”, percepivano l’erogazione, da parte dell’Inps, dell’indennità mensile di disoccupazione.
Tuttavia, i controlli incrociati con i dati dello stesso Istituto previdenziale che aveva rilevato irregolarità contributive interrompendo l’erogazione della “disoccupazione”, hanno fatto emergere l’effettivo mancato versamento, nel tempo, sia degli stipendi in favore dei presunti lavoratori che dei contributi previdenziali: l’ipotesi è di “assunzioni meramente documentali” che hanno indotto l’INPS a erogare prestazioni di disoccupazione per 90mila euro circa.
Il titolare, in cambio, avrebbe percepito un compenso in denaro da parte dei soggetti coinvolti.
L’indagine è partita, paradossalmente, dalla denuncia del titolare della ditta nei confronti di 3 “dipendenti” – arrestati nel 2018 per estorsione – che, vistisi privati dell’indennità di disoccupazione – sospesa dall’Inps – lo avevano minacciato per essere “indennizzati” con una richiesta di ottomila euro in contanti.

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