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L’accumulatore seriale di materiale pedopornografico arrestato grazie alla cooperazione internazionale – VIDEO

Le segnalazioni dell’organizzazione americana a tutela dei minori scomparsi e abusati hanno permesso un tracciamento delle connessioni che hanno condotto gli investigatori in provincia di Cosenza. …

Pubblicato il: 14/11/2020 – 11:25
L’accumulatore seriale di materiale pedopornografico arrestato grazie alla cooperazione internazionale – VIDEO

REGGIO CALABRIA Migliaia e migliaia di immagini di minorenni scaricate da internet e accumulate sui propri dispositivi «per una finalità di accumulo fine a se stessa o allo scambio con altri soggetti aventi simile devianza». Questo è quanto gli investigatori della polizia postale hanno ritrovato all’interno di un 41enne originario della provincia di Cosenza, ma domiciliato a Roma per motivi di lavoro nella mattinata odierna. Immagini stampate, computer stracolmi di video ritraenti minori, anche in tenera età, ripresi in rapporti sessuali con adulti. Secondo i numeri comunicati dagli agenti che hanno arrestato in flagranza l’uomo per «detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico» si parla oltre 7.500 immagini e 640 file.
Operazione di ampio raggio condotta dalla polizia postale di Roma, Reggio Calabria e Cosenza a seguito di complesse indagini della procura della Repubblica di Catanzaro, agevolate grazie alle segnalazioni della rete internazionale del National Center for Missing Exploited Children (Ncmec), in merito alla presenza di file di natura pedopornografica caricati da un utente italiano su un servizio di cloud storage e backup offerto da una nota azienda statunitense.
L’ORGANIZZAZIONE NCMEC E IL TRACCIAMENTO DEGLI IP L’organizzazione Usa Ncmec, a tutela dei minori abusati e scomparsi, si occupa di segnalare periodicamente alle autorità degli altri stati eventuali connessioni inerenti a traffico di materiale pedopornografico online riscontrate sui propri territori. «Gli investigatori – spiega il primo dirigente di Reggio Calabria, dott. Vincenzo Cimino – una volta ricevuti i dati li sviluppano per risalire ai luoghi da dove sono state fatte le connessioni».
Nel caso di specie, l’analisi degli indirizzi ip utilizzati e segnalati dal Ncmec hanno permesso di risalire alla provincia di Cosenza, dove l’arrestato era però soltanto residente.
In seguito, grazie agli appostamenti ed alle verifiche, è stato possibile risalire al domicilio dell’uomo, nella capitale, dove lavorava come dipendente di una cooperativa. Qui è scattata la perquisizione domiciliare che ha permesso di rinvenire il materiale ed arrestare il soggetto in flagranza.
«Con riguardo a questo tipo di reati, la Calabria si pone entro la media nazionale. Stiamo parlando di soggetti aventi un tipo di devianza che provoca in loro una tendenza maniacale ad accumulare questo materiale». E proprio grazie all’intelligence statunitense che permette di tracciare i flussi di materiale pedopornografico, è stato possibile risalire al soggetto tramite gli scambi di materiale operati nel corso del tempo. Non si può parlare di una vera e propria organizzazione, ma si stanno moltiplicando le piattaforme, anche social, che permettono di creare veri e propri gruppi aventi come principale finalità quella di scambiare questo tipo di materiale.
ARRESTATO IN FLAGRANZA L’uomo è stato condotto nel carcere Mammagialla di Viterbo. Insieme a lui, nell’ambito della medesima operazione, sempre a Roma, è stato arrestato anche un secondo soggetto al quale sono state sequestrate oltre 1.700 immagini e circa 400 video pedopornografici. L’uomo, 42enne romano, aveva inoltre stampato alcune foto, per tenerle appese in camera da letto come fossero dei quadri. L’arrestato, su disposizione dei pm di Roma, è stato portato nel carcere di Rebibbia. (f.d.)

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