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Dieta Mediterranea patrimonio Unesco, dieci anni dopo

Incontro online per celebrare l’importante traguardo. Presenti anche i ministri Di Maio, Speranza, Azzolina e Bellanova e il padrone virtuale di casa Sergio Costa

Pubblicato il: 16/11/2020 – 16:01
Dieta Mediterranea patrimonio Unesco, dieci anni dopo

CATANZARO Sono trascorsi dieci anni da quando la Dieta Mediterranea è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco. Per celebrare l’importante traguardo, questa mattina, lunedì 16 novembre, si è tenuto un partecipato evento telematico (in diretta su www.facebook.it/minamabiente) che, a partire dalle 9.30, ha coinvolto autorità istituzionali, esperti, professionisti e studiosi.
Una discussione trasversale, dunque, sulle origini, sugli sviluppi e sull’attualità, in molteplici campi d’interesse, del progetto alimentare studiato per la prima volta dallo scienziato Ancel Keys, il quale nel 1962 giunse a Napoli dagli Stati Uniti con la volontà di capire perché gli abitanti del luogo fossero poco soggetti alle malattie cardiovascolari: dai suoi studi (e da quelli successivi) emersero i dati sui benefici e sui vantaggi relativi alla salute dell’uomo e dell’intero Pianeta grazie, appunto, all’ “applicazione” della Dieta Mediterranea.
In particolare, l’appuntamento è stato aperto dai saluti istituzionali del ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, del ministro della salute Roberto Speranza, del ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova e, naturalmente, dal ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, il quale, sottolineando la citata trasversalità della tematica, ha dichiarato: «La Dieta Mediterranea riguarda lo stile di vita delle popolazioni, ma pure la biodiversità agricola, la valorizzazione ambientale, le tradizioni, la cultura e i cambiamenti climatici, da tenere sotto controllo se tutto questo patrimonio immateriale non vorrà andare perduto. Da ministro, sono orgoglioso dell’evento e mi auguro, ancora, che l’impegno sullo sviluppo della Dieta Mediterranea possa essere tramandato alle future generazioni».
A seguire, inoltre, gli interventi del presidente della commissione nazionale italiana per l’Unesco Franco Bernabè, dell’Unesco chair professor nonché membro dell’organo di valutazione Ich Unesco Pier Luigi Petrillo, del sindaco di Pollica (Comunità emblematica della Dieta Mediterranea Unesco) Stefano Pisani e dell’ordinario di antropologia culturale all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Elisabetta Moro. I relatori, con discorsi d’alto pregio e rispondendo alle domande della giornalista Donatella Bianchi, hanno posto attenzione, tra le altre cose, sullo sviluppo, la sostenibilità e la cultura delle comunità, da declinare nel sostegno ai modelli di vita produttivi e alla formazione di una identità culturale plurale. Non è mancato, infine, il focus sulla storia, sul dossier Italia, che ha, per l’appunto, condotto all’anniversario ricordato questa mattina.
Frutta, verdura, ortaggi, patate, fagioli e altri legumi sono, tra gli altri, alla base della Dieta Mediterranea. A tal proposito, ben si comprende il motivo per cui per l’Ente Parco Nazionale della Sila sia importante parlare di essa: la Dieta Mediterranea, come accennato, incoraggia l’agricoltura sostenibile, i modelli di produzione alimentare e di consumo locali, sposandosi, non a caso, coi principi e i valori ecologici, di rispetto ambientale e di salvaguardia della biodiversità promossi e sostenuti dal Parco stesso. Entusiasti, pertanto, il presidente dell’Ente Parco Francesco Curcio e il direttore f.f. Domenico Cerminara che, seguendo l’evento online, hanno, da spettatori, celebrato il decennale della Dieta Mediterranea.

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