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Non solo Covid: a rischio chiusura uno dei due pronto soccorso di Corigliano Rossano

Come se non bastasse il coronavirus, si paventa la soppressione di un presidio di emergenza urgenza. Intanto cresce l’infezione a Corigliano Rossano: 64 i casi attivi, 21 nelle ultime 36 ore

Pubblicato il: 16/11/2020 – 13:38
Non solo Covid: a rischio chiusura uno dei due pronto soccorso di Corigliano Rossano

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Il problema è sempre lo stesso. Senza medici non si può tamponare l’emergenza, anche quando ci sono e non vengono contrattualizzati. Il sostantivo emergenza, peraltro, potrebbe tranquillamente un essere sinonimo di quotidianità, perché nella Sibaritide, a Corigliano Rossano – da oltre dieci anni a questa parte – si vive in costante emergenza. Non c’è giorno che non passi, in cui non arriva una notizia nefasta che riguarda la chiusura di questo e quel reparto, la soppressione di quell’altro servizio sanitario.
Nelle ultime ore il direttore del Dea, il Dipartimento Emergenza e accettazione dello spoke di Corigliano Rossano, Natale Straface, ha inviato una lettera ai vertici dell’Asp, alla direzione sanitaria, al sindaco ed informato anche il deputato Sapia, che uno dei due pronto soccorso presenti negli stabilimenti ospedalieri di Rossano e di Corigliano chiuderà il 24 novembre.
Il primario sostiene che i medici, paradossalmente, ci siano. Il problema sta nella contrattualizzazione. La pianta organica del reparto, ad oggi, garantisce un solo pronto soccorso efficiente, in uno dei due presidi dello spoke. Ai sei medici che hanno garantito la continuità del servizio nei due stabilimenti ospedalieri, assunti temporaneamente, non è stato rinnovato il contratto. Il primario, da quanto appreso, si chiede perché ovunque siano assunti medici in pensione mentre al Giannettasio e al Compagna non sia possibile riconfermare chi c’è già. «Se non arriverà altro personale – riporta la comunicazione – non sarà più possibile garantire il servizio di uno dei due pronto soccorso a partire dal 24 novembre». La solita, drammatica solfa, insomma, dettata dalla carenza dei medici in servizio ed aggravata dalle proposte di lavoro a tempo indeterminato che stanno giungendo dalle Asp di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo ai medici in servizio a Corigliano Rossano.
Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco, Flavio Stasi. «Mesi fa, a seguito della “prima ondata”, mi sono interfacciato continuamente con i commissari delle Aziende Sanitarie di Cosenza e di Vibo per velocizzare l’assunzione a tempo determinato di alcuni medici per rinforzare il reparto, i quali ne hanno consentito l’apertura h24. Oggi – spiega il primo cittadino – condivido la necessità di trasformare quei contratti a tempo indeterminato, soprattutto per operatori di Pronto Soccorso che rappresentano la prima vera linea della guerra. Ho già delineato la cosa al commissario Asp in occasione dell’arrivo della nuova ambulanza al Compagna, e nelle prossime ore tornerò con chiarezza sull’argomento, aspettandomi senza tentennamenti provvedimenti risolutivi».
Il deputato del Movimento Cinque Stelle, Francesco Sapia, conferma che ad oggi esiste un problema nella gestione delle risorse umane del pronto soccorso di Corigliano. «Mancano medici – dice al Corriere della Calabria – e se i contratti non saranno rinnovati al personale andremo in forte in sofferenza». Francesco Sapia rivela di aver interloquito proprio questa mattina con la commissaria dell’Asp. «Ho chiesto lumi alla Bettelini, ricevendo in cambio rassicurazioni. La commissaria è alla ricerca di medici da mettere sotto contratto e mi ha assicurato che nessun pronto soccorso chiuderà».
CORONAVIRUS Il caos sanitario, insomma, è a tutto tondo e pervade un servizio fondamentale di base come può essere un pronto soccorso, ma anche l’emergenza, come quella innescata dal coronavirus.
Se come confermano Martino Rizzo e Flavio Stasi, gli ultimi risultati dei tamponi positivi a Corigliano Rossano risalgono al 5 ed al 6 novembre scorsi – più o meno dieci giorni fa – non c’è affatto da stare tranquilli.
Il virus sta circolando in città, e lo sta facendo con una certa aggressività. Il dottor Rizzo, responsabile del Dipartimento Igiene e Sanità pubblica per la Sibaritide, intervenuto venerdì scorso durante la prima puntata del talk Un eco dallo Jonio, è stato molto chiaro.
La combinazione ritardo dei risultati-mancato tracciamento inizia ad essere un cocktail esplosivo, considerando che nella sola Corigliano Rossano i casi positivi individuati sono stati 21 nelle ultime 36 ore. Numeri preoccupanti se associati alle difficoltà nel processare i tamponi e, quindi, nella ricezione in un tempo ragionevole dei risultati che potrebbero essere utili a circoscrivere nuovi focolai che nel frattempo potrebbero svilupparsi.
«Senza sorveglianza è impossibile seguire l’evoluzione della pandemia sul territorio». Un’affermazione divenuta ormai un mantra mentre «si spera che i tamponi in viaggio da Cosenza a Bari – dove l’Asp ha individuato un laboratorio privato che sgraverà l’Annunziata – possano offrire risultati tempestivi».
«Nel complesso, dall’inizio della pandemia fino ad oggi, sullo Ionio – ha spiegato Rizzo – abbiamo avuto 328 casi. Ci sono stati 12 decessi, e 189 casi chiusi (guariti). I restanti casi attivi sono ad oggi 127 di cui 14 ricoverati. Di questi molti sono asintomatici o paucisintomatici (mancanza del gusto e dell’olfatto), ma per una ventina persistono i sintomi, anche se restano al domicilio.
A Corigliano Rossano ci sono 64 casi attivi al momento: 36 a Rossano, 28 a Corigliano. Di altri 2 non conosciamo ancora indirizzo e recapito telefonico. Diciamo anche che ci sono stati oggi 2 guariti a Corigliano e 1 a Rossano». (l.latella@corrierecal.it)

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