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«Sanità, Calabria ridotta a colonia»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 16/11/2020 – 10:38
«Sanità, Calabria ridotta a colonia»

«Voglio essere giudicato per quello che faccio e non per quello che dico». Giuseppe Zuccatelli, spera così di chiudere con le critiche che lo inchiodano alle sue responsabilità e cerca di riconquistare le condizioni per essere (ri)considerato per la nomina a Commissario anti Covid in Calabria.
Forse Zuccatelli ha capito che quanto a scivoloni ha dimostrato di saperci fare. Ma è dovuto prima finire sulla “graticola” della contestazione per alcune sue affermazioni sul “Coronavirus”; a cominciare dalle mascherine che, secondo lui, sarebbero inutili per difendersi dall’attacco del “Covid 19”, fino all’assunto che «ci si può infettare solo baciandosi (e con la lingua) per almeno 15 minuti». Sono le due “trovate” che, messe in luce dal filmato che qualcuno ha tirato fuori dopo la debacle dell’ex generale, hanno messo alla berlina l’uomo che il ministro Speranza aveva scelto e stava per indicare al presidente Conte perché lo nominasse in Calabria al posto del Generale immemore.
Avremo modo di capire, da come si concluderà la partita che si sta giocando a Roma, se la Calabria ed i calabresi sono considerati alla stessa stregua dei cittadini del paese Italia, oppure un sottoprodotto dell’umanità al quale, come un condannato, si concedono al più i resti del pranzo. Ormai siamo alla stretta finale: il “Covid 19” continua a mietere vittime anche in questa regione ridotta allo sbando: Non c’è un “governatore” eletto; non c’è il Governo regionale; non ci sono strutture sanitarie sufficienti; manca il commissario per la Sanità.
Tutto dipende dalla partita che si è aperta per stabilire quale sorte deve toccare alla Sanita calabrese; su chi cadrà la scelta per tirarla fuori dalle secche. Tutti sparano bordate a destra e a manca, compresa la Lega che, in obbedienza a quel classico gioco delle parti secondo il quale se la maggioranza dice “picche”, Spirlì dichiara “quadri”. Solo che in vicende come questa, parole e toni assumono dimensioni assai importanti, ma si prestano anche a strumentalizzazioni politiche. L’esempio? I 5 Stelle fanno il nome di Gino Strada e Spirlì ribatte: «la Calabria non ha bisogno di missionari africani; Gino Strada non c’entra nulla con la nostra realtà; la Calabria è una regione con fior di professori e, pertanto, non vuole essere schiavizzata. Non abbiamo bisogno di “geni” che vengono da altre parti del mondo e, men che meno, del professore Strada».
Non si capisce neanche se è d’accordo con il suo untore politico, Salvini il quale, sceso nell’agone delle nomine in Calabria, per bocca di Spirlì, difende a spada tratta Zuccatelli, uomo di sinistra, candidato del Pd alle passate elezioni politiche e considerato vicino al ministro della Salute Speranza. Nino Spirlì spara bordate contro il fondatore di “Emergency”, Gino Strada medico e tira fuori dal suo vocabolario il meglio che può. Il Presidente facente funzione della Regione Calabria che, detto per inciso, non è stato eletto nel Consiglio regionale, ma cooptato, non intende considerare le qualità di Strada: la sua intelligenza, la professionalità, la serietà, la competenza, la determinazione, il coraggio. Per lui, evidentemente, la contrapposizione ideologica sovrasta ogni cosa. Avrebbe, invece, dovuto ammettere che sono qualità sulle quali può persino infrangersi il sistema criminale da sempre impegnato a cercare, anche attraverso la politica, di fare affari con la sanità. Ed è questo uno dei motivi perché in Calabria tutto diventa difficile, spesso anche impossibile, per un corretto funzionamento.
La natura ci ha dotati di un territorio che tutti ci invidiano; di intelletti vivi; di capacità spiccate; eppure non riusciamo a trovare il modo per eliminare le scorie di una condizione che ci perseguita e ci fa apparire diversi. La Calabria è ricca di intelligenze, profonde, volenterose, ingegnose; la storia insegna che è difficile se non impossibile dimostrare di cosa sono capaci i calabresi. E dire che è sufficiente ricordare Crotone e Pitagora o la prestigiosa scuola di medicina di Alcmeone e, ancora prima, nel Paleolitico, come dimostrano i reperti rinvenuti, lo stile di vita del primo “Homo Sapiens” che popolò questa terra.
Tutto ciò appartiene ad un tempo lontano. Oggi la Calabria deve fare i conti con la frammentazione che ostacola il progresso e che si riflette negativamente sulle capacità di stare al passo con altri stili di vita, con l’imprenditoria ed è questo il motivo che aiuta a spiegare le mancate risposte al perché si avverte il bisogno di rivolgersi fuori dai confini regionali per cercare la persona capace di assumersi l’onere di condurre con impegno e senza ingerenze esterne la Sanità in Calabria.
*giornalista

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