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Decreto Calabria, Bevere: «Sanità da ricostruire puntando sul personale»

Il direttore generale del Dipartimento tutela della salute, politiche sanitarie della Regione Calabria è stato audito dalla Commissione parlamentare Affari sociali. «La riforma del sistema sanitari…

Pubblicato il: 17/11/2020 – 16:55
Decreto Calabria, Bevere: «Sanità da ricostruire puntando sul personale»

ROMA La Commissione parlamentare Affari sociali, nell’ambito dell’esame del disegno di legge per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria, in videoconferenza, ha audito Francesco Bevere, direttore generale del Dipartimento tutela della salute, politiche sanitarie della regione Calabria.
Secondo l’ex dirigente di Agenas, la sanità calabrese «andrà ricostruita anche alla luce degli insegnamenti che pervengono dall’epidemia in corso. Uno dei punti di forza del decreto – a suo dire – è il fabbisogno di risorse specialistiche, professionali, necessarie all’avvio della fase di riqualificazione. A questo proposito sarà necessario valorizzare gli investimenti, come quelli a cui ha lavorato il Dipartimento in quattro mesi, per diverse decine milioni di euro in tecnologie, attingendo anche ai fondi Por. Ma ci sarà bisogno di specialisti in un numero sufficiente affinché vi sia un impatto positivo sulla popolazione».
Secondo Bevere, da quel che riferisce alla commissione parlamentare, «i compiti sono molto complessi e necessitano di un doppio intervento: a monte del sostegno dei Ministeri della Salute e dell’Economia con l’affiancamento dell’Agenas da estendere auspicabilmente anche alle strutture del Dipartimento. E poi a livello di collaborazione col Dipartimento di tutela della salute che indipendentemente dalle 25 unità, potrà raggiungere gli effetti positivi soltanto se alla riqualificazione dell’assistenza sanitaria, affiancheremo la valorizzazione della struttura regionale».
Il tutto dovrà passare anche dalla relazione fra «gli atti aziendali e i relativi bilanci. Per questo motivo – prosegue Francesco Bevere – ho chiesto un graduale potenziamento del Dipartimento fino a cento unità, già presenti nella pianta organica della Regione. Per questo personale il Dipartimento ha previsto un percorso formativo che durerà da gennaio ad aprile prossimi».
Affinché il decreto venga approvato, «bisognerà agire con misure legislative efficaci da subito. Pensiamo a previsioni normative che consentano a breve termine di ottenere risultati in termini di carenza di personale. È impensabile programmare in assenza di questa previsione. A ciò deve seguire una vera e propria realizzazione delle riforma strutturale del servizio sanitario regionale. Il commissario ad acta dovrà intervenire in tal senso, dopo un confronto con i sindacati, i sindaci, l’associazionismo, il sistema imprenditoriale, gli operatori. La riforma non può sottrarsi dall’essere pensata rispetto alla composizione orografica del territorio, molto complessa e articolata, considerando anche i fattori di rischio della componente demografica».
«Il dipartimento ha lavorato in questa prospettiva; la riforma deve basarsi su punti di forza. I Dca sono importanti, ma è necessario – puntualizza direttore generale del Dipartimento tutela della salute, politiche sanitarie della regione Calabria – che vengano adottati dalle aziende sanitarie per essere trasformati poi in benefici per la comunità».
«La Regione – dice ancora – ad ottobre ha concluso la procedura di selezione dei direttori sanitarie e pubblicato gli elenchi dei professioni selezionati attraverso un apposito decreto che reca la mia firma. Auspico che tale decreto ed il suo contenuto possano essere utilizzati concretamente da parte della struttura commissariale, allorquando sarà necessario individuare i responsabili delle aziende sanitarie».
Francesco Bevere, in conclusione, invita a prevedere la formazione continua del personale del Dipartimento, «ormai disabituato a rispondere a normative in continua evoluzione per evitare il rischio di ulteriori periodi di commissariamento».
In sostanza, la riqualificazione del sistema sanitario «deve passare attraverso la programmazione, ma una grande attenzione dovrà essere posta al personale di ruolo dipendente della Regione, già dotata di professionalità di alto livello, ma spesso non utilizzato sufficientemente».

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