REGGIO CALABRIA «Sono 27 i magistrati per i quali la procura generale ha già esercitato l’azione disciplinare per i fatti emersi da chat e intercettazioni». Lo ha detto il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, affrontando, durante un intervento al plenum del Csm, il tema del caso procure e delle chat emerse dal telefono dell’allora sostituto procuratore di Roma, Luca Palamara, espulso dalla magistratura lo scorso ottobre. «Mi sono assunto la responsabilità di fare linee guida per fare chiarezza su quali siano e quali no i comportamenti disciplinarmente rilevanti, ho ricevuto anche critiche, ma questo è il momento di assumersi responsabilità», ha detto Salvi, secondo il quale la «stessa scelta andrebbe fatta dalla prima e dalla quarta Commissione del Csm per avere indicazioni generali a cui attenersi». Il virgolettato è tratto da l’Espresso. L’analisi della Procura generale, invece, arriva dopo l’esame di migliaia di pagine di chat e intercettazioni, quelli che vanno sotto il nome dei Palamara Papers. Contestazioni per 27 toghe per comportamenti non in linea con l’onorabilità della magistratura. Salvi, nel suo atto d’accusa avanza contestazioni sia per i magistrati che hanno partecipato alle cene con i deputati Cosimo Ferri e Luca Lotti che per coloro i quali, avrebbero cercato avanzamenti di carriera per sé o per amici. Per undici di loro, Salvi ha già chiesto il giudizio di fronte alla commissione disciplinare del Csm; oggi l’Espresso svela in esclusiva altri 16 nomi per i quali sono state inviate le contestazioni. Dopo aver ascoltato la loro difesa, il pg deciderà se chiedere il giudizio o meno.
«Tra gli undici mandati a giudizio disciplinare – scrive l’Espresso – ci sono i partecipanti alla cena dell’Hotel Champagne e ad altri incontri con al centro le nomine nelle procure e nei tribunali di mezza Italia: Cosimo Ferri, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morlini (Lepre e Spina sono magistrati in servizio in Calabria, ndr). Ma a giudizio Salvi ha mandato per altri motivi anche il pm Stefano Fava». Nell’elenco dei sedici divulgato oggi online dal settimanale vengono segnalate altre toghe in servizio in Calabria.
Salvi incolpa, infatti, Tommasina Cotroneo, presidente sezione Tribunale Reggio Calabria, per aver «tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei magistrati che avevano presentato domanda per presidente di sezione del Tribunale di Reggio Calabria, al quale lei stessa concorreva, prospettando a Palamara la strategia da seguire al fine di prevalere su Kate Tassone e Daniele Cappuccio, consistente nella reiterata denigrazione di questi ultimi».
Tra i magistrati accusati da Salvi c’è anche Massimo Forciniti, pm a Crotone, assieme a Claudio Maria Galoppi, magistrato fuori ruolo, consigliere giuridico presidenza del Senato. Sono incolpati – secondo quanto riporta l’Espresso – di aver sollecitato un emendamento alla legge di stabilità del 2017 poi presentato dall’onorevole Paolo Tancredi: «Nell’occasione dopo aver ispirato e messo a punto il testo dell’emendamento, Forciniti, Galoppi e Palamara, avviavano varie interlocuzioni con parlamentari… la norma da modificare impediva loro di essere nominati ad un ufficio direttivo prima del decorso di un anno dalla cessazione dalla carica di consigliere Csm», scrive la procura generale.
x
x