di Pablo Petrasso
CATANZARO «I progetti della Film Commission andranno avanti, se sono regolari. Io non ho mai annullato nulla, mi sono fermata solo quando, vedendo le carte, ho trovato qualcosa che non funzionava». È il giorno in cui Jole Santelli e Giovanni Minoli presentano la loro “fabbrica dei sogni”, un nuovo progetto per l’audiovisivo in Calabria. La presidente scomparsa lo scorso 15 ottobre risponde alle domande dei cronisti: non è detto che si riferisca a «carte» trovate spulciando gli atti della “vecchia” Fondazione. La frase resta sospesa, come i progetti che la governatrice non potrà realizzare assieme al giornalista che ha scelto perché «è il migliore e ha fatto la storia della televisione». Neppure Minoli, meno di un mese dopo, crede di poter continuare quel percorso senza chi lo aveva ispirato. Saluta la Calabria e si dimette – le dimissioni saranno respinte dal governatore reggente Nino Spirlì – in una lettera nella quale racconta di non essere riuscito neanche a farsi rispondere al telefono dallo stesso Spirlì. In quelle righe di commiato, c’è un’altra frase che resta sospesa. Minoli afferma di «aver chiesto una due diligence sul passato per essere certo – come credo – che tutto il lavoro fatto sia stato chiaro e trasparente e, quindi, si possa agire speditamente». La due diligence, una verifica dei dati di bilancio di una società, è un atto quasi dovuto quando si materializza un passaggio di consegne.
CONTROLLI SUGLI ATTI DELLA FONDAZIONE Da due frasi sospese a una certezza: uno studio indipendente della Capitale sta analizzando i conti e gli atti prodotti dalla Fondazione.
Di certezza ce n’è anche un’altra: oltre alla due diligence, che è per sua natura indipendente, la stessa Film Commission ha iniziato una revisione degli atti, partendo da consulenze e spese legali. Secondo i documenti consultati dal Corriere della Calabria, alcune delle pratiche in esame riguardano i pagamenti incassati dall’avvocato Pasquale Gallo, Lello per gli amici, e dallo studio Gallo&Gallo che, negli ultimi anni, ha gravitato nell’orbita dell’ente che si è occupato di rilanciare il cinema in Calabria. Dal passato, com’è ovvio che sia in questi casi, continuano ad arrivare richieste di pagamento. Il nuovo management della Fondazione ha deciso di verificarne la provenienza. E sulle scrivanie sono finiti incarichi, nomine, consulenze, progetti avviati da tempo.
TRE ANNI DI SPESE Soprattutto – con riferimento al ruolo del legale e del suo studio – negli anni in cui la presidenza è stata affidata a Giuseppe Citrigno (tra il 2016 e il 2020, prima della nomina di Minoli come commissario), che oggi guida la sezione Cinema di Unindustria Calabria.
In quel periodo, infatti, il ruolo di Pasquale Gallo all’interno della Fondazione sarebbe diventato preminente. Un fatto che emerge sia dalle comunicazioni ufficiali (il «legale della Film Commission» ha presentato al Festival di Venezia la legge regionale per il cinema) che dalle delibere messe in fila nella verifica interna.
Nel 2017, Gallo avrebbe ricevuto dalla Film Commission oltre 80mila euro tra compensi, partecipazioni a eventi di settore, spese legali, spese di funzionamento, rimborsi e altro. Nel 2018 sarebbero arrivati servizi di consulenza, rimborsi e spese legali per provvedimenti pregressi per un totale di quasi 73mila euro. Nel 2019, il quadro delle collaborazioni si allarga anche a Fabrizio Gallo, fondatore dello studio Gallo&Gallo. E dalle casse della Film Commission escono in un anno circa 180mila euro. Quasi tutti per il legale “storico” della Fondazione (al fratello vanno 4mila euro per l’assistenza legale dei progetti “Creatività talentuosa” e “Ostelli accoglienti”): si va dai rimborsi per le spese di missione al contenzioso contro Creative Movie, dalle opposizioni a precetti e pignoramenti ad altri rimborsi per la partecipazione ai Festival di Cannes e Venezia. Nel 2020, tra gennaio e giugno – dall’insediamento della nuova giunta regionale all’arrivo del commissario Minoli – Lello Gallo resta seduto sul “trono” della Film Commission (lo spunto è offerto da una foto sui social in cui l’avvocato posa effettivamente su un trono) e riceve 79mila euro. Oltre ai soliti rimborsi (tra i quali quello per la partecipazione allo European Film Market di Berlino), l’avvocato riceve compensi per le proprie consulenze legali: si occupa, infatti, del Modello per la privacy e del Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione e per la Trasparenza. Negli anni 2019 e 2020, inoltre, nei conti della Fondazione comparirebbe un altro avvocato legato sempre allo studio Gallo&Gallo, al quale sarebbero andati complessivamente poco più di 44mila euro.
«STANNO EMERGENDO ANOMALIE» Dal 2017 a metà 2020, dunque, la galassia legale che fa capo a Pasquale Gallo, avrebbe ricevuto dalla Fondazione Calabria Film Commission una cifra compresa tra i 450 e i 500mila euro. Il centro della questione non è (soltanto) la cifra, ma il sistema utilizzato. Che prevedeva, per il legale, diversi canali di pagamento e una nuova parcella per ogni causa assunta per conto della Film Commission. Pagamenti parcellizzati, dunque, non una convenzione (che avrebbe, forse, permesso di realizzare risparmi: è proprio questo uno dei temi della verifica interna). L’avvocato Daniele Romeo, scelto da Minoli per entrare nella squadra della “sua” Fondazione, spiega così al Corriere della Calabria gli approfondimenti in corso: «Stiamo cercando di fare chiarezza sul metodo che è stato utilizzato prima, per capire se sia stato penalizzante per le casse della Fondazione». Ci tiene a evidenziare un passaggio nel nuovo corso: «Non è vero che Minoli ha aumentato i costi delle consulenze e dell’area legale – dice –. È il contrario: li ha contenuti. Perché non accadrà mai più che in due anni un consulente costi più di 450mila euro. Il metodo Minoli è un metodo basato sulla chiarezza e, soprattutto, è un metodo moderno, che premia il merito. Le aziende moderne si pongono degli obiettivi, e quelli bravi vengono pagati perché raggiungono gli obiettivi. L’obiettivo di una Fondazione non può essere quello di fare più cause possibili per poi, tra l’altro, perderle in maniera disastrosa. Deve essere quello di contenere i costi pubblici». Il lavoro iniziato da settimane servirà proprio a capire se l’obiettivo sia stato quello. Romeo ha qualche dubbio: «Stanno emergendo diverse anomalie che hanno portato a un dispendio di risorse».
GALLO&GALLO CONTRO LA FILM COMMISSION Quante e quali siano le cause affrontate dalla Film Commission è materia di cui ora si occupano i tecnici. Certo il contenzioso è sempre stato uno dei tasti dolenti. Anche in passato. Al Tribunale civile di Catanzaro, ad esempio, è stato affidato il ricorso per decreto ingiuntivo avanzato dal direttore organizzativo, per conto della Fondazione del “Festival della Calabria”. La vicenda si lega a un contratto che risale al 2013, mentre la causa è stata intentata dall’interessato nel 2014. Il professionista si è rivolto al Tribunale per reclamare una consistente quota di retribuzione mai corrisposta. E ha ottenuto, secondo i documenti in possesso del Corriere della Calabria, un decreto ingiuntivo per la somma complessiva di 32.546 euro. L’atto è stato depositato in cancelleria il 16 settembre 2014. Chi ha difeso il direttore organizzativo del festival? Pasquale e Fabrizio Gallo, tempo prima che “Lello” diventasse il “re” dei legali della Film Commission. (p.petrasso@corrierecal.it)
x
x