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“Zone rosse”, la Calabria deve ancora scalare il “picco”

A differenza di altre aree poste in lockdown dal governo la nostra regione continua a registrare significativo aumento percentuale dei casi di Covid 19 rispetto alla settimana precedente: peggio so…

Pubblicato il: 20/11/2020 – 7:34
“Zone rosse”, la Calabria deve ancora scalare il “picco”

Che la cavalcata del virus, al netto dei tamponi che arrancano e dei dati non sempre puntualissimi, sia passata da un galoppo sfrenato a un piccolo trotto, è un fatto ormai acclarato: la variazione dei nuovi casi nell’ultima settimana (prendendo come riferimento i dati di mercoledì) a livello nazionale è stata del 2,5%, quando una settimana fa superava il 16% e all’inizio della seconda ondata viaggiava tranquillamente intorno al 100%. Ma in realtà il Covid imperversa a macchia di leopardo lungo la penisola, come nella prima ondata, ma con una variabile in più: le chiusure differenziate tra una regione e l’altra. Se si scorre la mappa dei contagi, si scopre che negli ultimi 7 giorni ci sono 8 regioni che sembrano aver già scavallato il picco, avendo registrato meno casi della settimana precedente. Spicca il dato della Lombardia, “zona rossa” dal 4 novembre: -6,9% di casi rispetto a sette giorni fa. Sembra giovarsi delle ordinanze restrittive anche la Provincia di Bolzano, in zona rossa dal 10 novembre (-3,6%), e tra le regioni nella fascia più alta di rischio si intravede un rallentamento anche in Campania (-1,1%) e Toscana (-1,9%), entrambe “rosse” dal 13 novembre. In calo netto la Liguria (-16,4%), rimasta in area arancione, così come l’Umbria (-10,5%). Anche in area gialla si registrano cali: è il caso della provincia di Trento (-8,2%) e del Veneto (-0,9%). Complessivamente, 43 Province su 107 in Italia hanno avuto negli ultimi 7 giorni un numero minore di casi rispetto ai sette precedenti.     Ma ci sono anche le dolenti note. Pur essendo in zona rossa dal 4 novembre, come la Lombardia, la Calabria martoriata dal caos di queste settimane segna un poco incoraggiante +27,4% rispetto alla settimana scorsa. Fa anche peggio la Puglia (in zona arancione), salita in 7 giorni addirittura del 31,1%, poco più della Sicilia (sempre in arancione) cresciuta del 29,7%. Quanto alle regioni “gialle”, detto del Veneto e di Trento, rimangono in crescita, quindi a rischio “promozione” in una fascia superiore, il Molise (+11,9%), il Lazio (+7%) e la Sardegna (+6%). Zone in cui la vita è divisa in due: di giorno scorre (quasi) normalmente, con le limitazioni che conosciamo ormai a memoria, di notte il coprifuoco. Saranno i loro dati soprattutto da monitorare nei prossimi giorni per capire se in queste regioni si va verso l’upgrade del colore, o se basteranno le misure più soft a contenere i contagi.

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