di Gaetano Megna
CROTONE Torna l’incubo dell’alluvione a Crotone. Dalle 5 alle 7 di questa mattina sono caduti 200 mm di pioggia. Siamo al livello di pluviometria 3. Il massimo della pioggia che può cadere ogni ora. Le scene in città sono le stesse che sono state vissute il 14 ottobre del 1996, quando i morti causati dall’alluvione furono sei. I due corpi di una coppia di fidanzatini, probabilmente seppelliti dal fango, non sono stati mai trovati. Le scene sono le stesse, ma il dramma per fortuna questa volta non c’è stato. Solo tantissimi danni alle cose e molta paura e tantissimo panico. Quelli maggiori sono concentrati nella zona della città che comprende via Mario Nicoletta, dove c’è la sede della Provincia, via Capuccini, e via Spiaggia delle Forche. Questa zona è più bassa rispetto al livello del mare e anche nel 1996 fu invasa dalle acque e dal fango. In questa zona i danni maggiori si contano nei locali adibiti ad attività commerciali e nelle abitazioni posti a piano terra e ai piani rialzati.
DANNI INGENTI Un vero e proprio macello per gli esercenti della città, già in grandissima difficoltà per le restrizioni introdotte per fronteggiare la pandemia del Covid-19. Ci sono danni ingenti anche a Tufolo, il quartiere-dormitorio più densamente abitato della città pitagorica, e nelle contrade Nord (via dei Gelsomini, via delle Magnolie e altri), dove si vive una situazione di criticità anche quando la pioggia non raggiunge i livelli di questa mattina. Le attività mese in campo dalla prefettura di Crotone, dalla Protezione civile e dal Comune, dove è operativo da ieri pomeriggio il centro di monitoraggio, sono state tempestive, anche se poco o nulla si è potuto fare contro la violenza dell’acqua e del fango che l’acqua ha trascinato sulle strade e in tutti i locali posti ai piani bassi. Oltre alla furia dell’acqua i Vigili del fuoco, gli uomini della protezione civile e tutte le altre forze scene in campo hanno dovuto fronteggiare gli attacchi di panico che hanno colpito la popolazione. La memoria è tornata a quanto è successo nel 1996 e il panico ha preso il sopravvento. Tantissimi i danni che si sono iniziati a contare. Purtroppo, però, il pericolo non è stato ancora scongiurato.
ANCORA ALLERTA È, infatti, attiva l’allerta meteo diramata già ieri pomeriggio dalla Protezione civile. Per la giornata di ieri l’allerta era arancione e oggi è rossa. Gli occhi sono, quindi, rivolti tutti verso il cielo e già intorno alle 10,30 la pioggia è tornata con la stessa violenza della prima mattinata. Tutto dipende da quanto dura. Si sa solo che questo vortice si sta rigenerando ruotando su se stesso. Non è ancora finita. Oggi si torna a parlare dell’alluvione del 1996 e si discute del Piano Versace. Il piano proposto dal docente dell’Unical per mettere in sicurezza Crotone in caso di alluvione. Si prende atto che non tutte le opere previste da quel Piano sono state portate a termine, eppure sono passati 24 anni. Tra gli altri interventi erano state previste sei vasche di laminazioni e al momento ce ne sono attive solo tre. Manca la vasca di laminazione del torrente Tuvolo e una del torrente Papaniciaro. In quest’ultimo torrente una delle due vasche previste è in fase di ultimazione. Probabilmente con l’ultimazione di queste vasche la situazione sarebbe stata totalmente diversa. Si guarda ai torrenti e al fiume Esaro. La gente si chiede se sono state effettuate le pulizie dei canali e dei torrenti. Al Comune dicono che le attività di competenza dell’ente sono state tutte realizzate. Forse manca l’intervento sui corsi d’acqua di competenza della Regione. Si sussurra, ma nessuno parla in maniera chiara. Si segnalano situazioni critiche anche a Isola Capo Rizzuto e Strongoli Marina.
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