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La verità di Gallo: «Ecco quanto ho percepito dalla Film Commission»

La replica del legale: «Nel corso della presidenza Citrigno ho incassato compensi per un totale netto di 121.757,84 euro. Solo 5 volte in quattro anni ho partecipato a Festival internazionali e le …

Pubblicato il: 21/11/2020 – 18:38
La verità di Gallo: «Ecco quanto ho percepito dalla Film Commission»

Riceviamo e pubblichiamo.
Gent.ma Direttrice,
scrivo a seguito della pubblicazione, in data 20 novembre u.s., sul sito del quotidiano da Lei diretto “corrieredellacalabria.it” di un articolo dal titolo Calabria Film Commission, quando piovevano parcelle sul “re dei legali”. Andiamo ai fatti. Non corrisponde al vero che io abbia avuto un ruolo preminente quale consulente legale della Film Commission dal 2016 al 2020, in quanto non solo non l’ho assistita con continuità, ma anche perché ci sono stati altri legali (ricordo a mente almeno 6 avvocati, esclusi quelli addebitati alla mia “galassia legale”). È falso che io abbia mai avuto per la mia consulenza le somme indicate nel vostro articolo (addirittura 450.000/500.000,00 euro in 2 anni!). Nel corso della presidenza Citrigno (da luglio 2016 a luglio 2020) il sottoscritto ha percepito quale compenso professionale per la propria attività di consulenza, un totale netto pari ad €. 121.757,84 con una media mensile pari ad €. 2.029,29. Sottolineo che Citrigno mi ha chiesto di collaborare all’esito di una valutazione comparativa, giusta short list pubblica, non avendo personali rapporti con lui prima che ritenesse di contrattualizzarmi. Soprassiedo sulla mia presenza ai festival internazionali (solo 5 volte in 4 anni per conto della Film Commission) – come tutti i componenti di tutte le film commission del mondo – ai quali ho partecipato (assieme a tanti altri, anche dirigenti della Regione Calabria) su espressa richiesta ed autorizzazione del Presidente, per esporre tecnicamente (come da foto da voi pubblicata) le opportunità delle Legge Cinema calabrese e gli Avvisi pubblici banditi al fine di promuovere l’audiovisivo girato in Calabria (quali ad esempio “Padre Nostro” con Favino premiato a Venezia, “Aspromonte – La terra degli ultimi” tra i candidati a rappresentare l’Italia agli Oscar).
Altra attività professionale per la quale ho maturato onorari è quella relativa ai contenziosi in cui ho difeso la Film Commission, alla quale, per altro, in concomitanza dei rapporti di consulenza, ho applicato i tariffari concordati e disciplinati dal D.M. n. 55/2014. Sul punto, sottolineo che tutti i contenziosi patrocinati durante la presidenza Citrigno, rispetto ai quali ho ricevuto richiesta di assistenza in giudizio, sono relativi a vicende pregresse alla sua gestione, precedentemente, incardinati (in cui la Film Commission è stata sempre costretta a difendersi!), anche a far data dal 2008 o 2011. Risulta a chi è dotato di competenza giuridica e buonafede, che gli onorari, maturati durante la gestione Citrigno, riguardano cause pendenti da diversi anni (in media 7) per le quali il compenso è stato corrisposto, sempre secondo il D.M. n. 55/2014, prima con un anticipo ed al termine del processo con il saldo, circostanza questa riscontrabile anche sul sito della Film Commission nella sezione Trasparenza. Per capirci, il fatto che, dopo tanti anni di processi, i compensi siano maturati in quel determinato periodo, non è dipeso né da Gallo, né da Citrigno, ma dai tempi fisiologici dei vari processi. Preme sottolineare, per capire le dimensioni delle questioni, che in diversi contenziosi, vinti dalla Film Commission, le domande giudiziali, avanzate dalle controparti, corrispondevano ad un importo totale pari ad euro 1.339.188,65. Cosa avrebbe dovuto fare la Film Commission? Non difendersi e soccombere! Si chiarisce, inoltre, che la formula contratto di consulenza oltre onorari sui contenziosi è in vigore in Film Commission, per propria policy, da almeno il 2011 ed è stata applicata da tutti i presidenti/commissari succedutisi. Concordo, invece, sulla opportunità di una verifica amministrativa, in quanto, ritengo corretto che si debbano approfondire le condotte di chiunque abbia gestito una struttura, quindi, ben venga un approfondimento su tutti i comportamenti di ognuno. Anche se, è bene sapere che la Film Commission è sottoposta al c.d. “controllo analogo” da ben 2 dipartimenti della Regione Calabria che su di essa vigilano (a tutt’oggi) che hanno l’obbligo di verificare anomalie nella gestione dell’ente e di intervenire, oltre ad avere un Revisore ed un Responsabile Anticorruzione e Trasparenza, dei quali tutti (unici soggetti deputati ad effettuare verifiche) sono a disposizione per qualsiasi approfondimento. Rappresento, infine, che, anche alla luce di quanto sopra, non trova fondamento alcuno l’appellativo “Re dei legali” ed il suddetto termine potrebbe prestarsi ad interpretazioni fuorvianti e lesive della mia dignità. Se, invece, ci si riferisse alla foto privata in cui vengo ritratto su un trono (iniziativa promozionale gratuita di Fandango che chiedeva, a tutti gli invitati all’evento, di posare), vi rassicuro che l’unico scettro che possiedo è quello della mia correttezza personale nonché della mia dignità professionale che non ha bisogno di foto o di fiction per essere rappresentata. Si fa espressa richiesta di pubblicazione integrale virgolettata del presente testo, precisando che, diversamente, non si autorizza alcuna altra versione.
Distinti saluti

Avv. Pasquale Gallo

Accogliamo le precisazioni dell’avvocato Pasquale Gallo, sottolineando che le cifre a cui fa riferimento sono quelle esposte dall’avvocato Daniele Romeo, uno dei professionisti che si occupano, per conto del “nuovo corso” della Calabria Film Commission di verificare gli atti firmati dal vecchio management. Romeo contestava, tra le altre cose, proprio la formula della consulenza oltre onorari sui contenziosi, sostenendo che non sarebbe la strada più appropriata per garantire le casse pubbliche. “Divergenze” che l’analisi approfondita (attualmente in corso) delle determine permetterà certamente di chiarire. Riguardo al trono, era ovvio – e anche evidenziato nel servizio cui Gallo fa riferimento – che ci si riferisse a quella foto promozionale. Definirla “re dei legali”, invece, non ci pare un’esagerazione, visto che lei stesso si dota di uno scettro. 

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