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Corruzione in Tribunale, Petrini condannato a 4 anni e al pagamento di 300mila euro

Il gup di Salerno ha comminato tre condanne ma ha revocato le misure cautelari. Il giudice, Santoro e l’avvocato Saraco tornano in libertà

Pubblicato il: 23/11/2020 – 13:52
Corruzione in Tribunale, Petrini condannato a 4 anni e al pagamento di 300mila euro

di Alessia Truzzolillo
SALERNO
Il gup di Salerno, Vincenzo Pellegrino, ha condannato il giudice, attualmente sospeso, della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini alla pena di 4 anni e 4 mesi di reclusione (l’accusa aveva chiesto 6 anni, 5 mesi e 10 giorni). Condannati a 3 anni e 2 mesi di reclusione Emilio Santoro detto Mario (5 anni, 9 mesi e 10 giorni), e a un anno e 8 mesi di reclusione l’avvocato Francesco Saraco (chiesti 2 anni, 9 mesi, 10 giorni). I tre imputati sono accusati di varie ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Petrini è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di 3 anni e 6 mesi; Emilio Santoro, difeso dall’avvocato Michele Gigliotti, interdetto dai pubblici uffici per la durata di 3 anni mentre l’interdizione per Saraco è fissata ad un anno e 6 mesi.
Marco Petrini è stato condannato a risarcire al ministero della Giustizia la somma di 311.500 euro. Stessa cifra è stata comminata a Emilio Santoro. La riparazione pecuniaria comminata a Saraco in favore del ministero è di 260mila euro. Il Tribunale ha ordinato la confisca per equivalente delle somme ritrovate in contanti ai tre imputati. Petrini, difeso dall’avvocato Agostino De Caro, è condannato a risarcire la Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Giustizia, da liquidarsi in sede civile. Allo stesso tempo il gup, ritenuto che le esigenze cautelari siano venute meno, anche in considerazione dell’entità delle pene inflitte, ha revocato le misure cautelari in corso di esecuzione nei confronti di Marco Petrini e di Emilio Santoro e ha ordinato l’immediata rimessione in libertà dei due imputati. Per quanto riguarda Saraco, difeso dagli avvocati Giuseppe della Monica e da Nico D’Ascola, il giudice ha ordinato la sospensione della pena per il termine di legge subordinandola al pagamento da parte dell’imputato della somma di 260mila euro entro il termine di un anno dal passaggio in giudicato della sentenza. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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