ROMA Per tracciare le linee generali del rapporto sul Mezzogiorno che verrà presentato da Svimez il prossimo 24 novembre, è intervenuto negli studi Rai il presidente Luca Bianchi che ha spiegato gli impatti positivi sull’occupazione al Sud della decontribuzione e del Southworking. «Sono diversi – ha detto Bianchi – i giovani che lavorano nel settore servizi e che per questo si sono spostati al sud in questa fase. Il southworking dimostra che può esistere una strada alternativa utile a riattrarre talenti nel Mezzogiorno».
Dal rapporto emerge, stando alle anticipazioni, che negli ultimi decenni sono oltre 1 milione i soggetti scolarizzati che hanno lasciato il Mezzogiorno per motivi lavorativi. Un bacino di «professionalità importanti per attivare processi di sviluppo in giro per il territorio».
L’inversione di tendenza può essere foriera della rinascita di «quelle esperienze possono che guardano alla creazione di stratup e nuove imprese, che dal Sud possono svilupparsi anche nelle altre zone del Paese».
Quello della decontribuzione è un intervento «utile in questa fase dell’emergenza per tutelare le imprese del sud che hanno un rischio default quattro volte maggiore rispetto a quelle del centro nord. Ma una chiave fondamentale è rilancio investimenti».
Altro dato è sull’occupazione femminile. «Il Sud – dice il presidente di Svimez – ha il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa. Donne del sud soffrono assenza di servizi scuola-lavoro». Questo risulta un paradosso se si considera che «hanno il rendimento e il livello di scolarizzazione più alto d’Italia. Puntare sulle donne del Mezzogiorno può e deve essere una chiave per il rilancio dell’economia».
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