CATANZARO L’avvocato Domenico Grande Aracri ha negato di aver mai incontrato l’ex presidente del consiglio regionale Domenico Tallini. L’imprenditore Raffaele Sisca ha, invece, ammesso di aver avuto dei contatti con il politico di Forza Italia agli arresti domiciliari nell’inchiesta “Farmabusiness”, ma ha affermato, nell’interrogatorio sostenuto davanti al gip che la pratica per la costituzione della Farmaeko ha «seguito una procedura regolare». I due interrogatori si sono tenuti giovedì a Catanzaro. «Non ho mai incontrato Tallini», ha spiegato il legale, nipote del boss Nicolino Grande Aracri. Una frase che contraddice l’ipotesi dell’accusa, secondo la quale l’avvocato e il politico si sarebbero visti «molto probabilmente» nel corso di un incontro con alcuni farmacisti. Anche Tallini, sentito nei giorni scorsi, ha spiegato in un lungo interrogatorio di non aver mai conosciuto esponenti del clan né di aver mai goduto del loro appoggio elettorale. Sisca, da parte sua, ha ripercorso le tappe della formazione del Consorzio di farmacie dietro il quale, secondo i magistrati della Dda, ci sarebbero stati i fondi e la regia del clan del Crotonese. Anche l’imprenditore si è detto lontano dalla ‘ndrangheta dei Grande Aracri. E rispetto all’iniziativa imprenditoriale, ha sottolineato che per lui è stata una mazzata dal punto di vista economica, con spese molto superiori rispetto alle entrate come – a suo dire – potrebbero provare i bilanci. Oltre all’assenza di rapporti con Tallini, Grande Aracri fornito la propria versione riguardo ai rapporti con il commercialista Paolo De Sole, il tecnico considerato dall’accusa l’architetto dell’operazione Farmaeco, che gli inquirenti segnalano come legato all’avvocato crotonese. Per Grande Aracri la relazione sarebbe stata esclusivamente di tipo professionale. Pasquale Barberio, imprenditore interrogato giovedì, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali hanno prodotto sentenze che proverebbero l’estraneità di Barberio rispetto alla cosca.
IN SILENZIO SCOZZAFAVA Ha preferito non rispondere al gip Domenico Scozzafava, uomo chiave nella vicenda Farmabusiness e anello di congiunzione, secondo l’accusa, tra il clan Grande Aracri di Cutro, i Gaglianesi di Catanzaro e l’ex presidente del consiglio regionale Domenico Tallini il quale martedì scorso ha reso un interrogatorio di quattro ore davanti al gip difendendosi, come ha riferito il legale Enzo Ioppoli, dalle gravi accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso. Difeso dagli avvocati Andrea e Dario Gareri, Scizzafava ha invece deciso di non parlare prima di conoscere tutta la documentazione che lo accusa. Parla, invece, e si proclama innocente, Maurizio Sabato, accusato di tentata estorsione aggravata in concorso con Domenico Scozzafava, Pancrazio Opipari e Donato Gallelli che invece restano tutti in silenzio. Si avvalgono della facoltà di non rispondere anche e Giuseppina Mauro Elisabetta Grande Aracri, rispettivamente moglie e figlia del boss Nicolino Grande Aracri, pronte a rivestire una posizione di vertice nella cosca da quando il boss è in prigione, pronte a dare disposizioni e direttive agli associati nella pianificazione delle attività illecite, anche in ragione delle indicazioni provenienti dai detenuti.
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