CATANZARO Restano in carcere Antonio Criniti, 30 anni, e Filippo De Marco, 41 anni, accusati di essere gli esecutori materiali dell’attentati che il 9 aprile 2018 costò la vita a Matteo Vinci, morto nell’esplosione, indotta da un radiocomando, della Ford Fiesta nella quale viaggiava insieme a suo padre Francesco (scampato all’agguato riportando gravi ustioni).
Il Tribunale del Riesame (presidente Giuseppe Valea, relatore Grossi) ha annullato nei confronti dei due indagati tre capi di imputazione: l’omicidio aggravato dal metodo mafioso di Matteo Vinci, Il tentato omicidio di Francesco Vinci; la detenzione e il trasporto di un ordigno esplosivo. Per il Riesame – le cui motivazioni saranno rese note tra 45 giorni – viene meno nei confronti di De Marco e Criniti, tutta la parte relativa all’attentato ai Vinci, vittime dei soprusi, secondo l’accusa, della famiglia Mancuso-Di Grillo. Restano in piedi le accuse relative all’associazione dedita allo spaccio di droga in concorso con Pantaleone Mancuso, Vito Barbara e Domenico Bertucci. Antonio Criniti è difeso dall’avvocato Pamela Tassone, Filippo De Marco dagli avvocati Vincenzo Cicino e Giuseppe Orecchio (ale.tru.).
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