VIBO VALENTIA È stato identificato – anche se manca il riscontro del Dna – il corpo trovato il 4 novembre scorso nelle campagne dell’Ariola, nel comune di Gerocarne, nel vibonese. Si tratta di Antonino Loielo, scomparso da casa alla fine di aprile del 2017 quando aveva 50 anni, e ucciso con un colpo di pistola. Dopo l’identificazione sono adesso indagati per omicidio e occultamento di cadavere, i figli della vittima, Ivan e Walter, ai quali la Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha inviato gli avvisi per gli accertamenti medico-legali.
Alcuni anni fa l’uomo ed i figli scamparono ad un agguato. Le indagini sulla sparizione di Loielo, all’epoca, non avevano portato ad un risultato ma adesso sono state riaperte.
«Si tratta di un omicidio non legato a dinamiche di ‘ndrangheta ma comunque, in qualche modo, collegato alla faida» aveva detto il procuratore capo Camillo Falvo che sta coordinando, insieme alla pm Filomena Aliberti, l’indagine condotta dalla Squadra mobile vibonese. Gli inquirenti avrebbero anche ricostruito il movente del delitto del capofamiglia, ucciso con almeno un colpo di pistola, portato in una zona isolata dell’Ariola costellata da fitta vegetazione, boscaglia e sentieri inaccessibili, e sepolto con i dopo essere stato messo in un sacco di cellophane sotto la carcassa di una vecchia 500 rossa che si trovava lì da anni.
ANTEFATTO A ottobre 2015 Antonino Loielo è stato vittima di un agguato di mafia che si inserisce nella faida tra i Loielo e gli Emanuele. Stava viaggiando con la famiglia – il figlio 22enne Alex, la compagna 34enne incinta di sette mesi e altri due figli di 13 e 5 anni – a bordo di una Fiat Panda, quando l’auto è stata raggiunta da una pioggia di pallettoni. Tutti, a parte la 13enne rimasta illesa, sono rimasti feriti in maniera non grave mentre si dirigevano da Ariola verso Soriano. Antonino Loielo, qualche precedente per reati contro il patrimonio, era cugino di Pino e Vincenzo Loielo, che erano i capi dell’omonima cosca e furono uccisi nell’aprile del 2002. Si trattò dell’ennesimo capitolo dello scontro sanguinoso tra i clan della ‘ndrangheta di Ariola, una guerra che negli ultimi anni ha lasciato molte vittime tra cui qualcuna, come il 19enne Filippo Ceravolo, totalmente estranea al contesto criminale locale. Dalle indagini sulla faida di Ariola è emersa come non estranea ai fatti la figura di Pantaleone “Scarpuni” Mancuso il quale avrebbe avuto interesse a ridimensionare le ambizioni degli Emanuele a favore della famiglia a lui vicina, i Loielo. Questo l’antefatto. Un nuovo capitolo della storia dovrà spiegare il movente che avrebbe spinto i due figli a uccidere e far sparire il corpo del padre. E su questo stanno lavorando la Procura di Vibo e la Squadra Mobile. (ale. tru.)
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