ROMA Maglia nera per la Calabria e in generale per il Sud Italia nella particolare classifica che emerge dall’“Indice del Dono”, il rapporto del Centro nazionale trapianti che fotografa i dati delle dichiarazioni di volontà sulla donazione registrate negli ultimi dodici mesi nei Comuni italiani al momento del rinnovo della carta d’identità. L’indice tiene conto di una serie di parametri tra cui la percentuale di consenso alla donazione e il numero di dichiarazioni registrate rispetto alle carte d’identità emesse.
Finora nel 2020 sono state registrate dai Comuni complessivamente 1.730.904 dichiarazioni di volontà, in calo del 32% circa rispetto al 2019 a causa del lockdown dello scorso aprile che ha determinato un forte rallentamento delle attività nelle amministrazioni locali nel rilascio delle carte d’identità e, di riflesso, delle volontà registrate. Tra i segnali di allerta, c’è la crescita del tasso di opposizione alla donazione: più di 3 cittadini su 10 si dichiarano contrari alla donazione (34% i “no” censiti nel 2020 contro i 32.8% dell’anno precedente). Dato che ben si riscontra, tra le grandi città, a Reggio Calabria che chiude al terzultimo posto in classifica con un “indice dono” di 41,43 su 100 (ultima Foggia con 38,92 su 100).
Dato che appare ancora più chiaro se paragonato a quello delle prime città classificate. Sassari, con 60,03 su 100 (stima di consensi superiore all’80%) raggiunge il miglior risultato complessivo tra le città con più di 100mila abitanti superando sul podio Livorno (59,02) e Trento (58,50).
Dal grande al piccolo, si può notare che tra le comunità con meno di 5mila abitanti si aggiudica il podio il Comune di Ustica: più di 8 cittadini su 10 che nell’ultimo anno hanno rinnovato la carta d’identità, hanno scelto di registrare la propria volontà alla donazione e più di 7 su 10 hanno detto di sì, un risultato che fa del piccolo comune siciliano di 1.318 abitanti il migliore in assoluto in Italia.
I DATI CALABRESI Complessivamente, tra le regioni, la Calabria è al terzultimo posto con un indice dono pari al 45,31 corrispondente ad una percentuale di consensi pari al 59,57%. Peggio solo Campania e Sicilia, fanalino di coda con un indice dono di 44,92.
Tra le province, per trovare la prima calabrese bisogna scendere fino all’81esima posizione, dove Vibo Valentia è registrata con un indice dono di 48,50. Seguono: Cosenza (46,73) all’88esima posizione; Catanzaro (46,06) in 91esima posizione; Reggio Calabria (43,97) al posto numero 98 e chiude Crotone (41,98) in centocinquesima posizione, ovvero al terzultimo posto, rimarcando la media regionale.
Oltre al dato di Reggio Calabria, altri centri della regione si distinguono in negativo. Nello specifico, per trovare dati calabresi bisogna spulciare tra i comuni medio-piccoli che contano dai 5 ai 30mila abitanti. Tra questi, l’indice più alto è registrato a Primiero San Martino di Castrozza (71 su 100), in provincia di Trento, mentre tra gli ultimi 10 troviamo i comuni catanzaresi di Botricello con un indice dono del 30,39 e un numero complessivo d abitanti pari a 5.235 e Gizzeria che si piazza quartultimo con 26,61 di indice e 5.248 abitanti.
Infine, sempre in fondo alla classifica, ma questa volta dei piccoli comuni (con meno di 5mila abitanti) troviamo i due comuni cosentini di Acquaformosa, con un indice dono pari al 26,42 e San Giorgio Albanese con 22.48.
IL DIRETTORE DEL CENTRO TRAPIANTI «L’aumento delle opposizioni alla donazione potrebbe essere insostenibile a lungo termine», commenta Massimo Cardillo, direttore del Cnt. «Abbiamo bisogno di scendere sotto questa soglia perché troppi potenziali donatori escono dal processo a causa di un “no” espresso in vita. Per questo, rinnovo l’appello ai cittadini ad avere maggiore fiducia nel nostro sistema, uno dei migliori in Europa, e – conclude Cardillo – a consentirci di salvare la vita a migliaia di pazienti in attesa di un trapianto».
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