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«Tre fenomeni per uscire dalla crisi delle aziende calabresi»

di Katia Stancato*

Pubblicato il: 02/12/2020 – 13:13
«Tre fenomeni per uscire dalla crisi delle aziende calabresi»

In Calabria 2 aziende su 10 sono a rischio fallimento e in molti casi la perdita dei ricavi è andata oltre il 50% producendo pesanti conseguenze “a catena”: gli imprenditori dichiarano tra le difficoltà quella di fare fronte al pagamento del personale (57,7%) e dei fornitori (55,7%) e al rispetto delle scadenze e degli oneri fiscali (56,7%).
Ecco lo scenario tracciato nei giorni scorsi dall’istituto Demoskopika in una indagine condotta per BCC Mediocrati che, oltre a restituire il quadro economico attuale, rivela anche i timori più significativi e diffusi tra gli imprenditori in Calabria: la ripresa dell’emergenza sanitaria (62,1%), la pressione fiscale (60,4%), la percezione del sistema pubblico come inefficiente, lontano, corrotto e burocratico (36,4%), l’influenza della globalizzazione (11,4%). Tutte minacce che, nella percezione attuale, pesano persino più della criminalità, avvertita come un rischio dal 10,1% degli intervistati.
Nel quadro fosco appena tracciato, tre fenomeni emergono come pietre d’angolo di una riflessione sul futuro dopo-COVID che ci aspetta e che oggi abbiamo il compito e il dovere morale di progettare.
Il primo fenomeno: la trasformazione digitale resta un vago richiamo piuttosto che un concreto e quotidiano impegno. Secondo Demoskopika, infatti, se a livello nazionale la risposta delle aziende al lockdown ha portato a un incremento decisivo del mercato elettronico, in Calabria solo il 15% delle imprese dichiara di usare l’eCommerce come modalità operativa per fare fronte alle misure di distanziamento e contenimento del contagio da coronavirus. In particolare, l’11,6% ne ha intensificato l’utilizzo, ma solo il 3,5% ha cominciato a farne ricorso. Non solo. La fragile digitalizzazione emerge anche dal quadro delle paure: solo il 2% degli imprenditori intervistati teme la poca sicurezza informatica. Eppure, secondo un’indagine realizzata nei mesi scorsi dalla community tematica “Facciamo Sistema – Cybersecurity”, nel 2019 il 52% delle aziende italiane ha subito un attacco informatico, nel 41% dei casi gli attacchi sono stati molteplici riguardando, ad esempio, la compromissione delle caselle di posta elettronica o di account cloud e il furto di credenziali. Da tutto questo, abbiamo una lezione da imparare. Se solo pochi imprenditori usano le opportunità del digitale in modo consapevole e produttivo, significa che c’è uno spazio aperto, cultura e competenze da divulgare. Il post-Covid dovrà essere l’epoca anche in Calabria per la piena transizione digitale, pena
l’acuirsi di una fragilità che invece oggi possiamo affrontare con uno strumento in più nella cassetta degli attrezzi dell’imprenditore.
Il secondo fenomeno: la Calabria è anche una terra di resilienza. Persino stavolta lo dimostra. Secondo Demoskopika non manca infatti la capacità degli imprenditori di reagire all’evento traumatico del COVID-19, tanto che oltre l’87% ha deciso di adottare sforzi e azioni per portare avanti l’attività. La nostra, lontana da essere solo una storia di fragilità e rassegnazione come spesso è restituita, è una realtà di impegno, reazione, tenacia. Noi diciamo “nonostante”, ma vuole dire “avanti tutta”. In tanti lo stanno dimostrando anche oggi e se con un volo pindarico dovessi calare il numero individuato nell’indagine nella mia realtà quotidiana, posso affermare di riscontrare nella stragrande maggioranza delle persone che tramite il microcredito hanno avviato una piccola impresa il coraggio, l’ostinazione e la grinta per affrontare le enormi difficoltà. Doti straordinarie in un’epoca altrettanto fuori dal comune.
Infine, proprio il microcredito. Il post-COVID sarà l’epoca per lo sviluppo e la diffusione sempre più massiccia di una microfinanza al servizio delle aspirazioni delle persone soprattutto quando si coniugano con la capacità di un agire sociale e digitale. I piccoli non saranno gli ultimi, ma saranno i primi a saper coniugare ripartenza, risposta alle domande espresse dalle comunità locali, servizi digitali.
I numeri di Demoskopika ci restituiscono la realtà attuale così come è: complessa. Ma proprio l’articolazione della sfida contemporanea ci costringe anche a una riflessione sul dopo: un’epoca di incertezza nella quale siamo chiamati a agire strumenti e competenze nuove e capillari per la rinascita. Anche della Calabria.

*Economista sociale

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