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Le distorsioni della fusione di Corigliano Rossano e la "teoria del bilancino"

Il sindaco Stasi fa i conti con i mal di pancia “territoriali” all’interno della sua maggioranza. Pomo della discordia la nomina di un nuovo assessore. Ecco gli scenari

Pubblicato il: 03/12/2020 – 18:58
Le distorsioni della fusione di Corigliano Rossano e la "teoria del bilancino"

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO La teoria del bilancino, lo dicono i fatti, non funziona. La “tecnica” utilizzata come grimaldello da una certa area dell’amministrazione comunale di Corigliano Rossano, guidata da Flavio Stasi, sembra rallentare la nascita e la crescita della città “nuova”.
In seno alla maggioranza di governo – questo il problema – da una parte c’è chi tira il sindaco dalla giacca per ottenere rivendicazioni di supremazia territoriale, dall’altra la guida a trazione Stasi che fa decantare le divergenze di vedute nella speranza che i toni ostili si attenuino. Nel mezzo, mentre il tempo passa inesorabile, la città si interroga sui motivi per i quali percepisce un certo immobilismo.
La nomina di un nuovo assessore, insomma, sembra essersi trasformata in un ennesimo round con a un angolo il sindaco (che da condottiero continua a negare i contrasti), la maggioranza che lo appoggia incondizionatamente nella sua stragrande maggior parte, ed all’altro angolo una costola interna delle forze di governo, connotata territorialmente. Quella della teoria del “bilancino”, appunto, secondo cui gli assessori in giunta dovrebbero essere spartiti equamente fra Rossano e Corigliano, così come i dirigenti, i funzionari e via discorrendo, senza tenere in minima considerazione ciò che si potrebbe definire meritocrazia.
Da sempre, dall’inizio dell’era Stasi, il movimento politico “Corigliano Rossano domani”, che esprime il vicesindaco Claudio Malavolta, l’assessore alle finanze Giovanni Palermo e tre consiglieri comunali, sembra accusare mal di pancia rispetto a talune scelte del primo cittadino interpretate come eccessivamente rossanesi o poco coriglianesi. Come l’ultima, il settimo assessore da chiamare in giunta, il “rossanese” Mauro Mitidieri. E poco importa se sia capace, se abbia esperienze, perché pesa di più il luogo di nascita sulla carta d’identità. Un modo di fare politica percepito, oltre ogni tema di smentita, da tutto l’arco consiliare, compresi gli altri gruppi di maggioranza che proprio in questi giorni stanno uscendo allo scoperto, stanchi del tiro alla fune. In questa direzioni si starebbero muovendo alcune riunioni molto serrate ed a cadenza quotidiana per rafforzare l’azione del sindaco.
La decisione di Stasi di chiamare Mitidieri nell’esecutivo è comunque presa. Il provvedimento di nomina era atteso ad horas ma pare stia tardando per impegni dell’uno o dell’altro e forse arriverà dopo il Consiglio comunale convocato per domani pomeriggio, che potrebbe mostrare già eventuali crepe.
Questa volta il sindaco si imporrà e imporrà il nome di Mitidieri anche se si dice che ci siano pressioni affinché a saltare debba essere la “testa” di un assessore rossanese già in giunta sempre per questioni di bilancino. A conti fatti l’esecutivo Stasi oggi conta tre esponenti coriglianesi e tre rossanesi, Mitidieri sarebbe il settimo. Forse anche per via di queste dinamiche non salterà Anna Maria Turano, già in predicato di essere destituita.
Gli scenari, a questo punto, sembrano essere due ed entrambi partono dal presupposto che Stasi nominerà Mitidieri. Il primo: i malpancisti “oltranzisti”, pur di mantenere la posizione politica, incassano il colpo, mugugnano e, sempre dall’interno, continuano l’eterno braccio di ferro.
Il secondo presuppone il crack. “Corigliano Rossano domani” si stacca, rompe con la maggioranza, il sindaco apre il turnover in giunta – ma sempre con un occhio agli equilibri – e i tre consiglieri passano dall’altro lato della staccionata. Una ipotesi effettivamente difficile, che comunque non porterebbe a grandi rivoluzioni, o addirittura ad una caduta dell’esperienza amministrativa in corso, perché i numeri – in teoria – rimarrebbero sempre dalla parte della maggioranza, seppur più risicata: 14 (con il sindaco) a 11. Dinamiche, queste, che spesso hanno scritto la storia politica nostrana.
Insomma, sembra di assistere a distorsioni ed effetti collaterali della fusione, guarda caso sempre avversata da chi oggi fa opposizione dall’interno a Stasi. Ma fin quando la città di Corigliano Rossano continuerà a tollerare la teoria del “bilancino” anteposta al bene comune? (l.latella@corrierecal.it)

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