CATANZARO Ammonta a 220 milioni di euro la somma erogata da marzo scorso ad oggi alle aziende agricole calabresi, immettendo liquidità in un periodo difficile per la pandemia a fronte di una dotazione finanziaria di un miliardo 89 milioni di euro con il raggiungimento del target previsto nel 2011, con una spesa certificata del 62%.
È il dato, sullo stato di attuazione del Programma di sviluppo rurale della Calabria (Psr) 2014/2020, illustrato ai giornalisti a Catanzaro dal presidente facente funzioni Nino Spirlì, dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo e dall’autorità di gestione del Psr Giacomo Giovinazzo a margine della plenaria del Comitato di sorveglianza tra dipartimento Agricoltura, la Commissione europea e partenariato economico e sociale del Psr, che si è svolta nella Cittadella regionale. «Non posso che fare un plauso vero e reale – ha detto Spirlì – alla politica agile che ha messo in piedi l’assessore Gallo. È riuscito a essere uno dei pochi politici, se non il primo in questa terra, ad avere delle idee portando avanti dei programmi che hanno rivoluzionato la visione stessa del settore. Tanti i bandi e tantissime le attività che sono partite e altre ne partiranno con la regione che è diventata, grazie a lui, una regione dell’Europa fatta di eccellenze vere non solo sui prodotti ma su un’idea nuova dell’agricoltura che è avveniristica ma con una concezione biologica».
«Vorrei dedicare questi risultati – ha detto l’assessore Gallo, che si è più volte interrotto per l’emozione – al presidente Jole Santelli che mi ha consentito di lavorare su questo settore. Una grande immissione di liquidità per le aziende agricole calabresi, messe a dura prova dalla pandemia. Dal prossimo anno andremo alla semplificazione e settorializzazione del Psr. Inoltre, abbiamo avuto il plauso dalla Commissione europea circa l’avanzamento della spesa. In meno di nove mesi il lavoro ci premia, ponendoci tra le prime regioni in Italia e in Europa sui target di avanzamento. Siamo soddisfatti anche perché abbiamo semplificato il nostro Psr. Stiamo lavorando adesso sulla qualità dei nostri prodotti e su un marchio che ne certifichi il valore. In questo senso il biologico deve essere il marcatore principale».
«La spesa del nostro Psr – ha sottolineato Giovinazzo – ha raggiunto una percentuale pari al 62%, per un impegno complessivo del 98%. Questo ci ha permesso di guadagnare il livello di certificazione N+3 da parte della Commissione europea, che equivale al target previsto addirittura per il 2021».
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