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Stumpo: «Il centrosinistra metta in campo una proposta aperta, senza escludere nessuno»

Il punto politico con il parlamentare di Articolo 1. «Il Decreto Calabria ha molti aspetti positivi, nessuna lottizzazione nella vicenda del commissario alla sanità». «Le Regionali il 14 febbraio? …

Pubblicato il: 04/12/2020 – 7:02
Stumpo: «Il centrosinistra metta in campo una proposta aperta, senza escludere nessuno»

di Antonio Cantisani
CATANZARO Dalla difesa del “Decreto Calabria” («che ha più aspetti positivi»), e dell’azione del governo e del ministro Speranza sulla vicenda del commissario della sanità («non c’è stata nessuna lottizzazione») per arrivare alle Regionali, con l’invito a centrosinistra «ad aprirsi e a guardare ben oltre i propri steccati, senza rancore»: in questa intervista al Corriere della Calabria il parlamentare Nico Stumpo, uno dei leader nazionali di Articolo 1, analizza l’attuale delicata fase politica.
Onorevole Stumpo, non si può non partire dalla sanità, con le polemiche sul nuovo Decreto Calabria e sulla figura del commissario…
«Non credo assolutamente che il nuovo Decreto Calabria sia criticabile, e per due ragioni. La prima: il commissariamento non avviene per cattiveria di nessuno ma è frutto della difficoltà di uscire dal Piano di rientro. Al Decreto in realtà va dato un merito: per la prima volta si prevedono non forme punitive ma forme di sostegno alla Calabria, saranno stanziati 180 milioni per coprire parte del debito, c’è la disponibilità per le assunzioni per coprire il personale mancante e soprattutto si dà al commissario la possibilità di utilizzare una task force di 25 persone già al servizio della Regione. Poi, in base al Decreto dovranno essere obbligatoriamente approvati i bilanci che da troppi anni non vengono approvati dalle Asp, e questo sana una situazione vergognosa che si vive solo in Calabria, perché ad oggi il debito della sanità calabrese è sconosciuto mentre così sapremo quant’è. Ringrazio i sindaci che hanno posto un tema importante, insieme a loro va fatta una battaglia per superare il debito, ma per superare il debito bisogna quantificarlo, e con il Decreto possiamo farlo. Più che negatività, vedo gli aspetti positivi del Decreto».
La vicenda dell’incredibile “balletto” sul commissario: alla fine è stato nominato il prefetto Longo ma dopo che il governo ha pasticciato su altri nomi, e anche il ministro Speranza, suo compagno di partito in Articolo 1, non è stato risparmiato dalle critiche. Si è data l’impressione di usare la Calabria per pratiche lottizzatorie. qual è il suo giudizio?
«È innegabile che c’è stata una rottura, ma parlare di lottizzazione è una forzatura e un errore, perché Zuccatelli era già presente come commissario di due aziende ospedaliere in Calabria, ha fatto anche un ottimo lavoro e aveva già dimostrato sul campo le sue capacità. Ha fatto un errore, l’ha ammesso, si è rotto un patto e ha pagato in prima persona dimettendosi, per cui non si tratta di lottizzazione perché era stato scelto per le sue capacità. Abbiamo infine chiuso, dopo una serie di rinunce, su una personalità come il prefetto Longo, che ringrazio per aver accettato e per il lavoro che sono sicuro farà nell’interesse dei calabresi».
Perché non Gino Strada commissario? Se lo chiedono in tanti…
«Sto alle cose che ho letto, so di telefonate tra Strada e il premier, l’apporto che era stato richiesto era quello di dare un contributo, che è quello che sta facendo. Si è aperto un dibattito politico sbagliato, perché mi sembra che la disponibilità di Strada fosse quella che poi si è concretizzata: dare un contributo attraverso Emergency, che ha già iniziato il suo lavoro partendo da Crotone. Insomma, qualcuno ha avanzato una proposta che non era mai stata in campo, in primo luogo non era nella volontà dello stesso Strada».
Questa vicenda della sanità potrebbe avere effetto sulle Regionali? Si vota il 14 febbraio salvo rinvio per l’emergenza Covid: si dice che questa data non piace molto al centrosinistra, che sembra poi piuttosto fermo…
«Il governo aveva dato un “range” al presidente della Regione Calabria, tra il 10 febbraio e il 15 aprile, il presidente della Regione con la Giunta ha scelto il 14 febbraio. Ora, non compete a me dire se va bene o no, compete però al presidente della Giunta e alla Giunta regionale assicurare che queste elezioni possano svolgersi senza rischi per la diffusione del Coronavirus in tutta la Calabria. Il centrodestra si sta assumendo una responsabilità enorme davanti ai cittadini calabresi: devono garantire che tutto si possa svolgere in modo certo e sicuro, altrimenti ne saranno chiamati a rispondere, per quanto mi riguarda».
A prescindere da questo, però, il centrosinistra sembra comunque già in ritardo, sia come programma sia come scelta di un candidato alla presidenza…
«Penso che ci sia bisogno di un più di politica, non si è mai in anticipo o in ritardo. Io vedo che in questo momento nessuno è pronto, nessuno ha il candidato, leggo che anche il centrodestra ha serie difficoltà. Per quanto riguarda il mio campo, penso che ci sia bisogno di gettare il cuore oltre l’ostacolo e lanciare una proposta per governare e cambiare la Calabria. Questa proposta dovrà essere fatta partendo dalle forze che oggi compongono la maggioranza di governo, aprendo immediatamente a tutte le forze civiche presenti sul territorio, i vari movimenti, chi si è già candidato alle ultime Regionali. Bisogna costruire un tavolo nel quale far emergere una coalizione che possa essere la maggioranza in Calabria e individuare un candidato che sia capace, per sensibilità politica, di tenere insieme questi mondi e diventare il baricentro di questa operazione. Penso che sia più corretto partire dalla costruzione di una coalizione più ampia possibile e individuare il miglior candidato: facendo il contrario, non si va da nessuna parte. Penso che il centrosinistra sia già pronto, ci metterebbe poche ore ad avere una coalizione e un candidato: per questo chiedo a tutto il centrosinistra di non chiudersi dentro le proprie stanze e avere la capacità di aprirsi per essere innovativi e vincenti».
Il commissario del Pd Graziano dalle colonne del “Corriere della Calabria” ha lanciato un appello alla responsabilità e all’unità e ha auspicato una coalizione ampia per battere la destra…
«Non si tratta solo di essere responsabili e unitari, bisogna essere anzitutto coraggiosi e guardare ben oltre i propri steccati. Bisogna mettere in campo una proposta non definita ma aperta, capace di coinvolgere chi oggi si sente fuori dagli schemi, senza guardare indietro con rancore. Bisogna essere unitari al proprio interno. Il centrosinistra deve ritornare a essere un luogo in cui è piacevole stare, non un luogo in cui ci si esclude. L’ultima volta ci sono stati questi problemi e si sono compiuti disastri inenarrabili: bisogna superare queste vicende e contemporaneamente avere la capacità di aprire. Se non si fa questo significa che si ha voglia di restare da soli».
Ci sono in Calabria le condizioni per riproporre l’alleanza nazionale? Il M5S è sempre molto “resistente”…
«Niente è precluso. Con il M5S condividiamo un’esperienza di governo a livello nazionale e penso che sia opportuno partire da lì. Ma non basta, c’è bisogno di aprire alle esperienze civiche, e non mi riferisco solo all’esperienza messa in campo da Tansi ma anche al movimento delle “Sardine”, a “Cambiavento” protagonista di una stagione a Catanzaro, a tanti altri movimenti, ai movimenti di sindaci, ai movimenti ambientalisti. La politica è fatica ma anche capacità di mettere insieme ciò che difficilmente sta insieme. La sfida è questa: governare la complessità della politica per avere un progetto per la Calabria».
Il candidato presidente: a gennaio l’opzione del candidato espressione della società civile che però non ha dato i frutti sperati. È ancora questa la strada da percorrere?
«La vicenda della candidatura si lega inevitabilmente alla capacità di avere un progetto che faccia capire ai calabresi che si può voltare pagina. Abbiamo risorse incredibili ma c’è bisogno di un di più. Penso al rilancio dell’ambiente, della sanità, dell’agricoltura, del turismo con un piano vero. In quel tavolo bisogna mettere insieme tutte queste idee, personalità, parlare al mondo della cultura, dell’impresa, con loro fare un progetto per una nuova Calabria, per farne il nuovo centro del Mezzogiorno».
 

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