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Colpo al clan Bagnato di Roccabernarda, sequestrati beni per un milione e tre arresti – VIDEO

L’operazione è stata disposta alle prime luci dell’alba dalla Dda di Catanzaro ed eseguita in collaborazione coi carabinieri locali. Ad oggetto del sequestro 104 terreni agricoli, 5 immobili e 1 ve…

Pubblicato il: 05/12/2020 – 8:06
Colpo al clan Bagnato di Roccabernarda, sequestrati beni per un milione e tre arresti – VIDEO

ROCCABERNARDA I militari della Compagnia Carabinieri di Petilia Policastro e dell’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Dda nei confronti di 3 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, invasione di terreni, falsità ideologica e materiale, trasferimento fraudolento di valori e danneggiamenti aggravati dal metodo mafioso.
Si è proceduto, contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, al sequestro preventivo di 104 terreni agricoli, 5 immobili e un veicolo per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
Il provvedimento trae origine da un’attività investigativa, condotta dai suddetti Reparti, diretta e coordinata dal Procuratore della Repubblica, Dott. Nicola Gratteri e dai Sostituti Procuratori Dott.ri Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino.
Le emergenze investigative hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta “Bagnato” di Roccabernarda, in provincia di Crotone, con particolare riferimento all’impossessamento illecito avvenuto dal 2005 al 2017, da parte del capo cosca Antonio Santo Bagnato, di numerosi terreni agricoli, situati nel comune di Roccabernarda.
Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno consentito di: documentare l’operatività della cosca “Bagnato” nel territorio del comune di Roccabernarda; documentare il modus operandi utilizzato dai componenti della cosca per raggiungere l’impossessamento dei terreni e quindi l’intestazione degli stessi, che prevedeva dapprima degli approcci anche violenti ed intimidatori con i proprietari e, successivamente, sfruttando la collaborazione di professionisti, l’effettuazione dei passaggi burocratici mediante falsi testamenti o false dichiarazioni di usucapione contenute in atti di donazione; far emergere, sulla base delle dichiarazioni delle vittime ascoltate dai carabinieri, molti episodi estorsivi portati a termine dalla cosca al fine di appropriarsi illecitamente dei terreni agricoli.

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