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Maxi commessa da 72 milioni per mascherine, indagata la calabrese Chaoqui

Inchiesta della Procura di Roma sull’acquisto di 801 milioni di dispositivi. La donna, già coinvolta nella vicenda Vatileaks, è indagata per ricettazione

Pubblicato il: 05/12/2020 – 12:28
Maxi commessa da 72 milioni per mascherine, indagata la calabrese Chaoqui

ROMA Sono quattro le persone indagate dalla Procura di Roma in un’indagine su alcune maxicommesse da 72 milioni di euro per l’acquisto di 801 milioni di mascherine dalla Cina durante la prima ondata della pandemia. I reati ipotizzati, a seconda delle posizioni, sono di traffico di influenze illecite e ricettazione. Per quest’ultima fattispecie è indagata Francesca Immacolata Chaouqui, già coinvolta nella vicenda Vatileaks. Chaoqui, italo-marocchina, è originaria di San Sosti, centro del Cosentino. Gli altri indagati sono l’ingegnere Andrea Vincenzo Tommasi, a capo di una società al centro dell’indagine, Mario Benotti, giornalista in aspettativa, e Antonella Appulo. I finanzieri del nucleo valutario della Guardia di Finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, hanno proceduto ad una serie di perquisizioni presso società riconducibili agli indagati e acquisizioni documentali presso la Protezione Civile, estranea all’indagine.
Nel procedimento è totalmente estraneo il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. Ma, secondo l’impianto accusatorio il suo nome sarebbe stato “speso”, a sua insaputa, dagli uno degli indagati per avere un corsia privilegiata per ottenere la commessa in cambio di 12 milioni di euro a titolo di intermediazione. Nelle carte delle indagine anche una segnalazione per operazione sospette, sos, giunta all’antiriciclaggio di Bankitalia e finita all’attenzione dei pm di piazzale Clodio.
Gli uffici del Commissario straordinario per l’emergenza hanno «consegnato alla Guardia di Finanza tutta la documentazione relativa ai contratti di forniture dei dispositivi i protezione individuale sottoscritti agli inizi dell’emergenza con alcune aziende cinesi». È quanto sottolinea la struttura del Commissario Domenico Arcuri in relazione all’indagine della procura di Roma. «Il Commissario e la sua Struttura hanno ovviamente offerto, come da consuetudine, la massima collaborazione agli uomini della Guardia di Finanza, assicurando, ai fini dell’indagine, la massima trasparenza e tracciabilità» dicono ancora dagli uffici del Commissario ribadendo che Arcuri «continuerà a fornire tutto il supporto necessario per il proseguo delle indagini e continuerà altresì a intraprendere, come già ha fatto nei giorni scorsi, ogni azione volta al risarcimento del danno a tutela della propria immagine e della reputazione della Struttura».

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