COSENZA Intervistato dal programma Rai Titolo V, il docente Unical Ettore Jorio, editorialista del Corriere della Calabria, è stato presentato come l’ultima persona ad aver messo mano alla contabilità calabrese per comprenderne a fondo i problemi. Jorio ha cercato di spiegare l’origine, le cause e l’ammontare del debito della sanità calabrese.
L’ultima ricognizione in profondità dei conti è aggiornata al 31 dicembre 2007, qui Jorio ha trovato «fatture non contabilizzate, debiti non inventariati, contratti esistenti ma di cui non veniva annotato l’onere finanziario derivante. Il grave problema della Regione Calabria – sottolinea il docente Unical – è quello di quantizzare il debito in indebitamento e quindi capire qual è il deficit patrimoniale». Così facendo «si correrà il rischio che negli esercizi che verranno si dovranno pagare debiti pregressi».
«Il debito che noi inventariammo nel 2008 – spiega Jorio – è stato in gran parte coperto da un mutuo agevolato trentennale di cui hanno goduto anche altre regioni. Non è mai esistita la visione sanitaria slegata da una logica “ospedalocentrica” così non tenendo conto dei bisogni di gran parte della popolazione abbandonata a se stessa».
La fetta di popolazione di cui parla Jorio si può quantificare e qualificare nelle circa «600mila persone che risiedono in località montane, dispersi in queste montagne e privi di una rete stradale efficiente, e soprattutto anziani».
Un quadro d’insieme che rende forse più semplice comprendere le ragioni del «fallimento dei commissari»: «Nessun presidio ospedaliero in Calabria ha i requisiti necessari per l’accreditamento», ovvero per l’accesso al sistema che consente alle strutture di erogare servizi e prestazioni, per ottenere il quale bisogna assicurare un determinato livello qualitativo. E per questo, dice Jorio, «fino ad oggi ha prevalso la vergogna e nessuno lo ha richiesto».
x
x