REGGIO CALABRIA Si autosospende dal partito il consigliere comunale di Reggio Calabria, Massimo Ripepi, tra i più influenti rappresentanti di Fratelli d’Italia nella città dello Stretto. Il politico – nonché sorta di “pastore” della comunità “Pace”, un gruppo di cattolici integralisti – è finito in un documento del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria. Un documento che narra una triste storia di abusi sessuali su una minore la cui famiglia era legata alla comunità “Pace”. Brutta vicenda per un cattolico integralista – nonché pubblico amministratore – che non lo vede indagato ma in una posizione piuttosto scomoda e imbarazzante. L’ascesa della vicenda agli onori della cronaca non è stata affatto gradita dal partito di Ripepi e ha suscitato indignate reazioni. Non è un caso che il consigliere, a poche ore dallo scandalo, abbia annunciato le proprie dimissioni da Fratelli d’Italia. «Dopo un colloquio con i vertici di Fratelli d’Italia – scrive in una nota – ho inviato richiesta di sospensione dal partito. Adesso voglio dimostrare la mia estraneità a quanto mi viene sollevato e non può in alcun modo essere coinvolto Fratelli d’Italia in una accusa così infamante e infondata». A stretto giro di boa arriva il comunicato del commissario del partito, la parlamentare Wanda Ferro. «Ci auguriamo – scrive Ferro – che quanto emerso su Massimo Ripepi non corrisponda al vero e che riesca a dimostrare la sua completa correttezza umana ancora prima che politica. In attesa che questo avvenga comunico che è stata accolta la richiesta di sospensione dal partito formulata dallo stesso Massimo Ripepi. Nonostante al momento non risulti nemmeno indagato, la sola ipotesi che fosse a conoscenza di possibili abusi su un minore e non si sia rivolto alla autorità giudiziaria per denunciarlo è chiaramente incompatibile con i valori di Fratelli d’Italia».
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